Prove di accordo sui balneari, via al voto in commissione al Senato. Il nodo su indennizzare anche gli «abusivi» – Il video
Un vertice di maggioranza lungo, ma alla fine l’intesa sembra esserci, anche se il capogruppo della Lega – che con Matteo Salvini è il partito che più ha tirato la corda sull’argomento – all’uscita dalla riunione al Senato non rilascia dichiarazioni. Stando alle parole del ministro per i rapporto con il Parlamento, Federico D’Incà, comunque, ora si procederà spediti all’approvazione del Dl Concorrenza prima di tutto nella competente commissione di palazzo Madama, in modo da arrivare in aula il 31 maggio per votare tutto in giornata, rispettando i tempi chiesti dal premier Mario Draghi.
Il disegno di legge delega chiamato a regolare varie tematiche in materia di concorrenza, e per questo fondamentale in vista dell’approvazione dei fondi destinati all’Italia per il Pnrr, è l’ultimo tema su cui la maggioranza nei giorni scorsi ha ripreso a ballare. A vedere i partiti contrapposti è soprattutto l’articolo 2, quello che dovrebbe decidere – come chiede l’Europa ma pure il Consiglio di stato – di mettere a gara le concessioni balneari che affidano a privati la gestione delle spiagge di proprietà dello Stato. La gara si farà, è l’intesa di massima, ma entro dicembre 2024, il che concede un anno in più rispetto alla attuale versione che fermava gli affidamenti al 2023.
La parte più complicata dell’accordo – su cui a fine vertice i capigruppo di maggioranza non si sono voluti sbilanciare, spiegando che i dettagli sono ancora allo studio – è il tema degli indennizzi. Perché nelle richieste, in particolare della Lega, a essere rimborsati dovrebbero essere praticamente tutti gli investimenti fatti. Anche quelli che sono andati «oltre» le concessioni ricevute e che in qualche caso si sono tradotti in veri e propri abusi edilizi sulla spiaggia (stabilimenti trasformati in veri e propri negozi con accesso dalla strada, ad esempio). Il tema è delicato perché alcuni «abusi» sono stati tollerati o sanati dalle amministrazioni locali, ma in ogni caso a sentire tanto D’Incà quanto le capogruppo M5s, Castellone, e FI, Bernini, un punto di accordo è stato rintracciato. Almeno fino al prossimo scontro interno.
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