Omicidio Cerciello Rega, Hjorth sull’interrogatorio: «Bendato e picchiato. I carabinieri dicevano: “Hai i minuti contati”»
«Mi hanno tenuto con gli occhi bendati per 45 minuti, cercavo di capire cosa stesse succedendo. Percepivo la presenza di molte persone attorno a me e qualcuno mi diceva: “Hai i minuti contati”». È quanto riferito al tribunale di Roma da Christian Gabriel Natale Hjorth che, assieme a Finnegan Lee Elder, è stato condannato per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso a Roma il 26 luglio 2019. Nell’attuale processo in corso a Roma, Natale Hjorth è parte lesa, dopo essere stato bendato durante l’interrogatorio dopo il fermo, mentre il carabiniere Fabio Manganaro è imputato con l’accusa di misura di rigore non consentita dalla legge. Davanti al giudice, Hjorth ha ricostruito quanto accaduto durante il fermo da parte dei carabinieri, spiegando che «sono arrivati armi in pugno nella nostra stanza dell’albergo, ci hanno fatto spogliare e fare flessioni nudi, ci hanno scattato foto con telefonini, poi ci hanno fatto rivestire e ci hanno portato fuori. Poco prima di farmi salire in macchina – ha detto – mi hanno messo una tovaglia in testa». Hjorth poi ha aggiunto: «Avevo paura, non sapevo dove mi stessero portando. Se provavo ad alzare la testa mi davano gomitate. Quando siamo arrivati in caserma mi hanno portato in una stanza, mi hanno tolto la tovaglia dalla testa e mi hanno buttato faccia a terra. Mi hanno ammanettato e preso a ginocchiate. Poi mi hanno messo su una sedia e da dietro qualcuno mi ha bendato. In quella situazione, sentivo che mi dicevano: “Hai i minuti contati, la pagherai”».
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