Totò Cuffaro come Johnny Stecchino: «Il problema di Palermo? È il traffico»
A Palermo il candidato sindaco di centrodestra Roberto Lagalla lunedì ha disertato la commemorazione di Giovanni Falcone. La decisione è arrivata dopo le polemiche sui suoi sponsor, ovvero Salvatore Cuffaro e Marcello Dell’Utri, pregiudicati per reati di mafia. E proprio Cuffaro oggi rilascia un’intervista a La Stampa in cui spiega che Lagalla non poteva andare a farsi linciare e per questo è andato da solo presso l’albero di Falcone. Anche lui ha pregato per il giudice assassinato dalla mafia a Capaci «da solo in chiesa. Non vado sotto un palco armato contro di me». Poi, nel colloquio con Giuseppe Salvaggiulo, parla della sua condanna: «Ho fatto i miei errori, mi sono costituito in carcere, ho scontato la pena senza giorni di permesso. Il giudice che me li ha negati li ha concessi a Brusca».
Anche se non si può candidare a causa dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, spiega Cuffaro, nessuno può negargli di fare politica. E nemmeno di pronosticare trionfi: «A Palermo vince Lagalla al primo turno e la mia Dc arriva al 5%». Mentre sul “fattore mafia” risponde: «Ai palermitani interessano traffico, rifiuti e 1200 bare accatastate da un anno e mezzo senza degna sepoltura». E qui è impossibile non ricordare il film Johnny Stecchino di Roberto Benigni, nella scena in cui un personaggio in odore di mafia elenca i mali di Palermo, dimenticando proprio Cosa Nostra. Infine, la promessa: «Sono amareggiato, psicologicamente distrutto. Faccio le liste per le regionali, entro fine anno lascio e torno in Burundi a fare il medico». Magari in Africa le strade sono più libere.
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