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Draghi: «Oltre 1.200 morti sul lavoro nel 2021, c’è ancora tanto da fare» – Il video

26 Maggio 2022 - 12:41 Redazione
Il premier al congresso della Cisl: «Prevediamo che la pressione fiscale quest'anno cali di 0,4 punti percentuali rispetto all'anno scorso»

Il presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenuto al congresso della Cisl, ha fatto un bilancio del numero dei morti sul lavoro solo nel 2021. I dati sono preoccupanti. «Molto resta ancora da fare, a partire dalla sicurezza dei lavoratori. Voglio ricordare, ancora una volta, le persone che hanno perso la vita mentre lavoravano, oltre 1.200 nel 2021». L’obiettivo del governo resta quello di «rafforzare e rendere più partecipato il sistema dei controlli; potenziare le attività ispettive, però, non basta». Ma anche quello di «eliminare gli ostacoli che storicamente limitano l’occupazione delle donne». «Lo facciamo con le politiche di welfare, come l’aumento degli asili nido, e attraverso gli sgravi contributivi per le aziende che si impegnano a garantire la parità di genere. Abbiamo anche introdotto sgravi fiscali per le lavoratrici che rientrano al lavoro dalla maternità». «Siamo qui per fare quello che serve all’Italia, non per stare fermi e siamo qui per farlo insieme a voi, alle parti sociali», ha aggiunto Draghi.

«La pressione fiscale calerà»

Sul fronte della pressione fiscale sul lavoro, Draghi ha detto che «la pressione fiscale quest’anno cali di 0,4 punti percentuali rispetto all’anno scorso, la riduzione più consistente degli ultimi sei anni». Sulla guerra, invece, ha dichiarato: «Abbiamo scelto senza esitazioni di metterci al fianco di un popolo aggredito», ha detto. La guerra in Ucraina, tra l’altro, «rende i nostri sforzi di cambiamento più complessi e, al tempo stesso, ancora più necessari. Il mercato dell’energia vive una fase di enorme volatilità, che penalizza i lavoratori e le imprese […] Queste crisi colpiscono in particolare i cittadini più vulnerabili, le realtà sociali più fragili, e mettono a dura prova la coesione sociale. Ci costringono a ripensare la nostra politica energetica, le nostre catene produttive, il nostro sistema di filiera».

Video da: Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev | Foto in copertina di repertorio

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