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Maxitruffa ai sostegni Covid, beccato il «Re dei bonus» e un commercialista: erano scappati a Santo Domingo e in Colombia poco prima della retata

Evasione fiscale
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L'inchiesta della procura di Rimini aveva smantellato un'organizzazione capace di incassare oltre 440 milioni di euro dai vari bonus per l'emergenza sanitaria. Gli ultimi a finire in manette sono considerati ai vertici del gruppo che organizzava la truffa

È stato arrestato il «Re dei bonus» assieme a un commercialista, entrambi indagati nell’inchiesta Free credit della procura di Rimini sulla maxifrode da 440 milioni di euro sui fondi per i ristori anti Covid. L’uomo era riuscito a scappare a Santo Domingo poco prima degli arresti, che avevano colpito 35 persone con varie misure cautelari, mentre altre 78 sono indagate. Il «Re dei bonus» è considerato dagli inquirenti il capo del ramo pugliese dell’organizzazione, mentre il commercialista, che si era nascosto in Colombia per una breve vacanza, sarebbe stata la mente tecnica che ha architettato la truffa. Il commercialista si trova ancora a Bogotà, dove è in attesa dell’estradizione. Il «Re dei bonus» invece è stato già espulso da Santo Domingo, dove era stato fermato con addosso diversi telefonini e svariate sim di numerose nazionalità, oltre che 6mila euro in contanti tra euro, dollari e pesos colombiani.

La truffa multimilionaria aveva portato alla creazione di oltre 100 società e una fitta rete di prestanome in modo da ricevere quanti più bonus messi a disposizione dagli ultimi governi per far fronte all’emergenza sanitaria, dal bonus affitti fino al bonus facciate. Nelle varie intercettazioni, alcuni degli indagati esultavano per la facilità con cui erano riusciti a incassare il denaro, ringraziando anche la pandemia: «Il virus porta bene – dicevano – Non so più dove aprire i conti». Lo scorso gennaio le Fiamme Gialle avevano eseguito 35 misure cautelari e oltre 80 perquisizioni in Emilia Romagna e, in contemporanea, in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto, con la base operativa dell’organizzazione individuata a Rimini.

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