L’imprenditrice della moda Fausti delusa dai giovani: «Lo Stato li mantiene a casa. Ai colloqui chiedono solo weekend liberi e niente straordinari»
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Si aggiunge anche l’imprenditrice della moda Tiziana Fausti alla lunga schiera di personaggi indignati da una generazione di giovani che non avrebbe alcuna voglia di lavorare, soprattutto nei fine settimana e durante le vacanze estive. Dopo Al Bano che fatica a trovare dipendenti per le sue tenute, Flavio Briatore e l’esercito di cuochi costretti a chiudere, dicono, perché non trovano camerieri, anche la titolare dello store 10 Corso Como di Milano denuncia: «Vedo gente che pensa solo chiedere e basta… – ha detto in un’intervista al Corriere di Bergamo – Per forza non si trova personale nei ristoranti, lo Stato li mantiene a casa con la Naspi e il Reddito di cittadinanza. Così fai lavoretti, fai il dog sitter e lo stipendio te lo porti a casa lo stesso. Sperando che arrivi la fine del mondo e senza mai pensare al futuro. Quello che chiedo è che ci sia almeno l’attitudine a fare qualcosa. Non pretendo che tutti siano delle quali reali – aggiunge Fausti – anche se ogni tanto qualche aquila arriva. Leopardi aveva scritto l’Infinito a 19 anni, ma questi non sanno né scrivere né parlare».
La ricerca dei dipendenti
«Si presentano candidati che non hanno lo standing per lavorare in un determinato ambiente – si lamenta Fausti – Questo significa che o la famiglia o la formazione o la scuola non sono stati sufficienti. Ben venga, dunque, un po’ di disciplina che porti al rispetto. Altrimenti si crescono persone che non hanno nerbo e che, quando vengono a chiedere un posto di lavoro, pensano solo al sabato e la domenica liberi e a come vengono pagati gli straordinari. Io dico: comincia a darti da fare, a diventare indispensabile per la realtà in cui lavori».
I capelli rasati
E peggio va sul look imperante tra i più giovani, con un po’ di nostalgia per la divisa che l’imprenditrice indossava dalle suore: «Se sei una persona disordinata non sarai mai organizzato mentalmente, a meno che tu non sia un genio come ne nascono pochi al mondo. Penso alla scuola anglosassone, alla sua formazione. Se ripenso a come andavo a scuola io dalle suore Sacramentine con un grembiule nero e un colletto bianco che guai se non era inamidato… altro che mettere le bermuda per andare a scuola». Insomma dei giovani d’oggi, l’imprenditrice si dice proprio delusa: «Io vedo questi ragazzi con i ciuffi che vanno negli occhi e devo dire che non sono contenta di questa gioventù. Il sacrificio è necessario… servono regole precise di rispetto e di educazione. Vedo ragazzi con la testa rasata e la cresta, una volta su e l’altra giù: ma che cosa vuole dire?».
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