Zaki verso l’udienza di giugno: «Il mio un processo contro la libertà di parola: ora rischio molto»
«Sto bene, il 21 giugno ci sarà la prossima udienza. Il procedimento è iniziato a settembre, mi sono trovato in tribunale per aver scritto un articolo sulla situazione della minoranza cristiana copta [che in Egitto viene perseguitata ndr]» sono queste le parole di Patrick Zaki, che a dicembre è stato rilasciato dopo 22 mesi di detenzione arbitraria in Egitto e che al momento è in attesa di processo. Zaki – intervenuto in video collegamento al Wired Next Fest di Firenze – ha aggiunto: «Adesso rischio molto, perché la mia è una questione di libertà di parola». Parlando della sua detenzione, lo studente del master europeo “Gemma” dell’Università di Bologna si è detto «davvero sorpreso di quello che è accaduto negli ultimi anni». Zaki ha aggiunto: «Sono stato fortunato per aver studiato a Bologna perché ho sentito il supporto fin dal primo momento, o l’ho sentito tramite i social. Bisogna fare molto di più perché c’è tanta sensibilizzazione ancora da fare. Ci sono ancora tante persone che sono detenute e dobbiamo parlare anche di loro». Zaki, di nazionalità egiziana, si è anche definito grato «di far parte della grande famiglia italiana».
Leggi anche:
- La risposta di Patrick Zaki agli insulti dopo Juventus-Bologna: «Se non posso dire la mia sul calcio come potrò farlo sul resto?» – Open
- Patrick Zaki sommerso di insulti dopo un commento su Juve-Bologna: «Parassita. Speriamo che ti condannino»
- Patrick Zaki, udienza rinviata al 21 giugno. L’attivista denuncia: «Sono sotto attacco informatico»
- Processo Zaki, una fonte egiziana: «L’udienza del 5 aprile sarà senza sentenza». L’attivista rischia 5 anni di carcere
- Patrick Zaki al congresso nazionale dell’Anpi: «Devo la mia libertà a chi ha deciso di essere la mia voce»
- Patrick Zaki, udienza rinviata al 6 aprile: «Non scappo, continuerò a lottare per i diritti in Egitto»