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Il caso della microcamera nelle docce delle infermiere, la protesta all’ospedale di Empoli: «Non è solo molestia: è una vera violenza»

29 Maggio 2022 - 09:17 Redazione
Nello spogliatoio femminile dell’ospedale San Giuseppe di Empoli è stata trovata una microcamera, che Carabinieri e Asl sospettano sia stata installata da un dipendente dello stesso nosocomio

«Ci hanno spiato durante la doccia chissà per quanto tempo. Adesso rischiamo di finire sul web in pasto a maniaci e guardoni». A parlare è Francesca – nome di fantasia – l’infermiera che per prima ha scoperto e denunciato ai carabinieri la presenza di una microcamera nella doccia dello spogliatoio femminile dell’ospedale San Giuseppe di Empoli. Telecamera che potrebbe aver registrato la doccia di decine e decine di dipendenti tra infermiere, operatrici socio sanitarie e tecniche di laboratorio. Una vera e propria violenza. Ne parla oggi 29 maggio Marco Gasperetti sul Corriere della Sera. «Non è stata soltanto una molestia ma una violenza vera e propria. Siamo profondamente turbate. È stato uno spregio al nostro essere donne, mamme e lavoratrici», hanno detto.

L’indagine e i sospetti

I carabinieri sono a caccia di chi ha installato quella microcamera in doccia. Qualcuno che ha avuto accesso allo spogliatoio femminile. Venerdì nell’ospedale toscano si parlava già di un sospettato. «Circolava la voce di una perquisizione e di una persona inquisita», dice Simone Baldacci, coordinatore della Cgil Funzione pubblica di Toscana Centro. Ma al momento non ci sono conferme ufficiali. Chi indaga mantiene il massimo riserbo. Il rischio è che ad agire sia stato un dipendente dell’ospedale vista la posizione delle docce, collocate in una zona difficilmente raggiungibile da chi non è addetto ai lavori. Per aprire alcune porte serve persino il badge. Tra l’altro il lavoro di installazione di quella microcamera non deve essere stato facile: era ben nascosta. Il sindacalista Baldacci parla di «un atto sessista e violento»: i dipendenti dell’ospedale stanno pensando a un gesto concreto per dimostrare «a queste lavoratrici che siamo non solo dispiaciuti ma anche noi feriti da questo atto sessista e violento». Carabinieri e Asl indagano.

Foto in copertina di repertorio: ANSA/UFFICIO STAMPA OSPEDALE CREMONA

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