Elena e Federica, le due sorelle aggredite con l’acido a Napoli: forse una ritorsione per un litigio
Non c’è ancora una pista d’indagine ben precisa sul caso di Elena e Federica, le due sorelle di 24 e 17 anni aggredite e sfregiate con l’acido a Napoli. Le due ragazze sono state avvicinate da tre scooter (in tutto c’erano 6 persone) in Corso Amedeo Savoia, tra il Rione Sanità e il Bosco di Capodimonte all’1 e 20 di notte. Uno di questi, con a bordo un ragazzo e una ragazza, ha lanciato l’acido sulla faccia delle ragazze. Elena è stata colpita anche a un braccio. Le due sono state ricoverate al Caldarelli in codice rosso e con bruciature. Per fortuna l’acido non ha provocato erosioni profonde e le ferite dovrebbero rimarginarsi completamente senza lasciare cicatrici. Intanto è cominciata l’inchiesta della polizia. Che punta sulla ritorsione per un litigio tra ragazze.
Rivalità e aggressione
Il Corriere della Sera spiega oggi che dalla testimonianza delle due la polizia ha dedotto che l’obiettivo era Elena, la più grande. Lei è madre e ha riempito la sua pagina Facebook di fotografie con la figlia. Ma in alcuni post se la prende anche con chi «vive di cattiveria». Questo sarebbe, secondo gli investigatori, la base per una rivalità che alla fine è sfociata nell’aggressione dell’altra notte. Ma, spiega Il Mattino, nella vicenda c’è anche altro. Le due ragazze sono state ascoltate ieri dagli inquirenti. E hanno parlato di discussioni in ambito familiare che potrebbero essere alla base del gesto. In Procura sono pronti a muoversi dopo aver acquisito le immagini delle telecamere in zona. Che potrebbero aver ritratto gli aggressori.
Poi c’è il precedente familiare. Due parenti stretti delle ragazze nel 2004 sono finiti in un’indagine per droga. La polizia recuperò dieci chili di hascisc nell’appartamento in cui vivevano. Ma quello di ieri notte è solo l’ultimo di una serie di gravi fatti di violenza che sono accaduti in città negli ultimi giorni e nelle ultime ore. Per questo il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha concordato con il prefetto Claudio Palomba la convocazione immediata di una riunione del Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica per mercoledì 1 giugno.
Il post su Facebook
Una delle due vittime, intorno alla mezzanotte di domenica e circa un’ora prima dall’aggressione, aveva scritto, commentando una sorta di proverbio («Peggio della bugia che ha le gambe corte, c’è l’invidia che ha la lingua lunga»), «Lingua lunga ma di bugie… precisiamo». Domenica pomeriggio aveva aggiunto: «Quello che odiano di te è perché manca a loro» e «Sputano veleno perché c’è tanta me*da nella loro vita». L’ipotesi più accreditata resta quella della vendetta per vicende di tipo sentimentale. Ma non si escludono altre piste.
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