Modena, la madre della babysitter: «Era una ragazza sola, me l’hanno rovinata»
«Era una ragazza sola». Così la madre di Monica Santi, la babysitter di 32 anni accusata del tentato omicidio del bambino di cui avrebbe dovuto prendersi cura, ora parla della sua unica figlia e chiede di poterla andare a trovare in carcere. Santi ha ammesso di aver buttato dal balcone della casa di Soliera, in provincia di Modena, dove lavorava, il bambino di 13 mesi di cui si occupava dal gennaio scorso. «Era una ragazza sola ma è sempre stata una brava ragazza, me l’hanno rovinata», ha detto la madre all’avvocata della figlia Francesca Neri.
Nel 2015 Monica Santi si era laureata in Economia, era rimasta a Modena, vicino ai suoi genitori con un lavoro da segretaria contabile che però si interruppe in modo burrascoso tra cause e avvocati. Poi il periodo estivo a Nizza e il ritorno nel Modenese. A gennaio l’annuncio di una famiglia di Soliera in cerca di una babysitter. La madre ora ricorda le telefonate che ogni tanto Santi le faceva per riuscire meglio ad accudire il piccolo: «Le piaceva fare quel mestiere», racconta anche la sua legale.
«Priva di alcun sentimento»
Dopo la caduta dal secondo piano, il bambino è stato immediatamente ricoverato in rianimazione al “Maggiore” di Bologna. Le informazioni finora trapelate riferiscono che il piccolo non è più in pericolo immediato di vita. Quanto alla babysitter, ora sarà necessaria una perizia psichiatrica. «Dopo aver compiuto questo gesto, non premeditato ma istintivo, si trovava in una realtà parallela», spiega l’avvocata Neri.
«È riuscita solo a scendere dal piano superiore, dove si trovava con il piccolo, e andare dalla donna delle pulizie al piano di sotto per dirle “Adesso il bambino è libero”. Una richiesta di aiuto. Infatti questa frase l’ha ripetuta due o tre volte. Era priva di alcun sentimento, immobilizzata». Dopo aver chiesto notizie sulla salute del bambino, tra le lacrime Santi ha raccontato: «Sono stata io a lanciarlo fuori dalla finestra. Non so perché l’ho fatto. Ero in uno stato di catalessi, mi sentivo soffocata. Sono disperata».
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