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Ucraina, le navi della Russia si ritirano a 100 km dalla costa del Mar Nero – Il live blog

07 Giugno 2022 - 15:00 Redazione
bombardamenti-severodonetsk
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Nel 104esimo giorno della guerra in Ucraina le forze di Mosca spingono per conquistare il Donbass e si intensificano i combattimenti a Severodonetsk. Il presidente Zelensky ha lanciato un appello per chiedere un più veloce invio di armi dall’Occidente, segnalando che l’esercito russo ha un vantaggio numerico consistente nelle ultime battaglie. Intanto La Russia ha imposto sanzioni a 61 funzionari statunitensi ma non sembra voler chiudere l’ambasciata di Washington a Mosca. Il Cremlino ha detto di essere interessato a colloqui bilaterali sulle armi nucleari anche se è improbabile che abbiano luogo in questo momento. Intanto Putin attacca l’Occidente accusandolo della crisi del grano globale.

14.00 – Mosca: «Severodonetsk è sotto il nostro controllo». Kiev denuncia la deportazione degli abitanti

Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha dichiarato che le aree residenziali di Severodonetsk sono «totalmente» sotto il controllo dell’esercito russo e che il 97 per cento del territorio della Repubblica Popolare di Lugansk è stato «liberato». «Continuano gli sforzi per riprendere la zona industriale e le località nelle vicinanze. Si sta sviluppando un’offensiva nel settore di Popasna», ha aggiunto durante una teleconferenza citata da Interfax. Il capo dell’amministrazione militare della città, Oleksandr Styruk, ha accusato l’esercito russo di aver deportato nei territori occupati i residenti di Severodonetsk. Secondo Styruk solo pochi abitanti sarebbero riusciti a fuggire, mentre in città, dove continuano i bombardamenti e pesanti combattimenti, resterebbero 10-11mila persone.

13.00 – Zelensky al Financial Times: «Questa guerra dovrebbe essere la priorità di tutti i leader mondiali»

La Russia «non ci sta umiliando, ci sta uccidendo». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha risposto a una domanda del Financial Times sulle parole del presidente francese Emmanuel Macron, secondo il quale per arrivare a un cessate il fuoco non bisogna «umiliare» la Russia. «Non capisco cosa voglia dire “umiliare la Russia”. Umiliare cosa? Stiamo parlando di una prospettiva a lungo termine? O del fatto che per 8 anni hanno ucciso gli ucraini?», ha detto Zelensky, stigmatizzando anche i tentativi di alcuni Paesi di arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina «senza ascoltare la posizione del nostro Paese e dei suoi leader». Ha poi ribadito di essere «grato per le sanzioni», ma di avere bisogno dell’embargo totale del petrolio e del gas russi e, soprattutto, che tutti i leader si impegnino per porre fine a questa guerra, compresa la Cina, che dovrebbe «usare la sua influenza sulla Russia». «Quanto accade può portare alla terza guerra mondiale, e questo dovrebbe essere una priorità per tutti», ha detto. «È una guerra per l’indipendenza e la libertà del nostro Paese, lo stallo non è un’opzione. Riconquistare la sovranità e l’integrità territoriale sarà una vittoria giusta – ha aggiunto -. Abbiamo già perso troppe persone per cedere semplicemente il nostro territorio».

12.30 – Parole d’odio da Medvedev, Di Maio: «Affermazioni gravissime e pericolose»

«Mi viene spesso chiesto perché i miei post su Telegram sono così duri. La risposta è che li odio. Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire». Queste le parole scritte su Telegram dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente della Federazione russa, Dmitry Medvedev, in riferimento a chi è contro la Russia. Con una nota il ministro degli Esteri Luigi di Maio ha definito «gravissime e pericolose» le sue affermazioni, che non fanno che allontanare la pace: «Sono parole inaccettabili, che ci preoccupano fortemente anche perché arrivano dal vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo. Non è un segnale di dialogo, non è un’apertura verso un cessate il fuoco, non è un tentativo di ritrovare la pace, ma sono parole inequivocabili di minaccia verso chi sta cercando con insistenza la pace», ha scritto. Di Maio ha poi ribadito che per arrivare alla pace è fondamentale che anche la Russia e Putin siano aperti al dialogo. Ma le parole di oggi, «piuttosto danno linfa a una campagna d’odio contro l’Occidente».

11.00 – La Russia: non tratteremo su Cherson e Zaporizhzhia

Le regioni di Cherson e Zaporizhzhia non saranno incluse nell’eventuale accordo con l’Ucraina. Se Kiev prenderà contatto con Mosca, lo status di queste due regioni non sarà discusso, così come la questione della Crimea e del Donbass è già chiusa per la Russia. Ne ha parlato una fonte russa di alto rango con il quotidiano Izvestia osservando che la stragrande maggioranza degli abitanti della regione sostiene la Russia. Secondo alcune fonti, il corso del processo dipenderà da come finirà l’escalation lungo la linea di contatto nel territorio del Donbass: secondo alcune stime, nelle prossime settimane è prevedibile una tregua. L’attuale escalation, hanno affermato le fonti, dovrebbe concludersi nelle prossime settimane, possiamo presumere una settimana o due. In ogni caso, a un certo punto entrambe le parti avranno bisogno di una tregua per aumentare le riserve e ricostituire le scorte di armi. Tuttavia, ciò non garantisce la ripresa del dialogo tra le parti. Mosca – hanno aggiunto le fonti – era pronta a fermare l’operazione speciale già a marzo, durante i negoziati delle delegazioni ad Antalya, la stessa Ucraina ha offerto uno status neutrale e garanzie di sicurezza senza includere il Donbass e la Crimea.

10.00 – Isole Figi: lo yacht russo agli Usa

La corte suprema delle isole Figi ha stabilito che il superyacht di proprietà russa Amadea dovrà essere rimosso dalle sue acque e consegnato agli Stati Uniti a causa dei suoi elevati costi di gestione, che la nazione insulare del Pacifico vede come uno spreco di denaro. Lo riporta il Guardian. Sospettato di appartenere all’oligarca russo Suleiman Kerimov, lo yacht era stato sequestrato dalla polizia delle Figi a metà aprile. L’Fbi aveva detto che gli Stati Uniti avrebbero pagato i suoi costi di gestione stimandoli in oltre 25 milioni di dollari all’anno. Tuttavia, finora è stato il governo delle Figi a pagare il conto, in attesa della conclusione di un ricorso in appello contro il sequestro avviato dalla proprietà del superyacht, la Millemarin Investments. La corte ha stabilito che in nome dell’interesse pubblico lo yacht deve lasciare le acque delle Figi, perché la sua manutenzione sta costando cara al governo.

9.00 – La Russia: presa Severodonetsk

«Le forze ucraine sono state quasi completamente cacciate dalla zona industriale della città di Severodonetsk (Ucraina orientale) e costrette a riparare nell’impianto chimico Azot». Lo afferma l’ambasciatore filorusso dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk Rodion Miroshnik, citato dalla Tass.

8.00 – Navi russe in ritirata dal Mar Nero

Le navi della flotta russa del Mar Nero si sono ritirate a più di 100 chilometri dalle coste ucraine a causa degli attacchi delle forze di Kiev con missili e droni: lo ha reso noto la Marina ucraina, secondo quanto riporta la Cnn. Nel tentativo di riprendere il controllo delle parti nord-occidentali del Mar Nero, i russi avevano schierato sistemi missilistici costieri nelle regioni della Crimea e di Cherson, ha spiegato la Marina, sottolineando comunque che la minaccia di attacchi missilistici dal mare rimane.

6.00 – Il Nyt e Google Translate

Le armi inviate dalla Nato e dagli Stati Uniti raggiungono l’Ucraina più velocemente dell’addestramento ai militari per usarle. In mancanza della formazione necessaria, i soldati ucraini ricorrono al traduttore di Google per decifrarne le istruzioni all’utilizzo. Lo riporta il New York Times, sottolineando come l’addestramento dei soldati nell’usare le nuove tecnologie sta diventando un crescente e significativo ostacolo.

5.00 – Gli Usa: giornalisti intimiditi

Gli Stati Uniti accusano la Russia di voler intimidire i corrispondenti dei media americani a Mosca. Lo afferma il portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price, denunciando l’attacco del Cremlino alla libertà di stampa. «Il Ministero degli Affari esteri ha convocato i corrispondenti dei media americani per spiegare loro le conseguenze della linea dura del loro governo nella sfera mediatica», osserva Price.

3.00 – La Lettonia vieta i canali russi

La Lettonia ha deciso di vietare tutti i canali televisivi russi fino alla fine della guerra in Ucraina: lo riporta il Kyiv Independent. Il governo di Riga ha reso noto che 80 canali tv russi rimarranno sospesi finché proseguiranno i combattimenti e la penisola occupata della Crimea non ritornerà all’Ucraina. La misura entra in vigore giovedì prossimo.

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