No! Il Ceo di Pfizer non ha parlato di «obbedienza» dei pazienti attraverso un chip
Su Facebook circolano diversi post che sostengono che Albert Bourla, Ceo di Pfizer abbia detto: «Se potessimo far ingerire un chip, immaginate il grado di obbedienza che otterremo». Alcuni dei post fanno riferimento a un articolo de Il Giornale d’Italia che titola con la stessa citazione. Bourla, però, non ha mai parlato di «obbedienza» in questo contesto.
Per chi ha fretta:
- Sì, il Ceo di Pfizer ha veramente parlato di chip da ingerire.
- No, non ha parlato di nessun «grado di obbedienza».
Analisi
Di seguito uno screenshot di uno dei post che diffondono la citazione travisata. Nella descrizione del post si legge:
«Per fortuna eravamo complottisti….. video allegato
Pfizer, Ceo a Davos: “Se potessimo far ingerire un chip, immaginate il grado di obbedienza che otterremmo”. VIDEO Le parole del CEO di Pfizer, Albert Bourla, a Davos
Quindi che nei prossimi “vaccini” ci sarà un microchip che comunica con terzi ce lo dicono proprio chiaro in faccia
Il CEO di Pfizer Albert Bourla spiega alla folla di Davos la nuova tecnologia di Pfizer: le “pillole ingeribili” – una pillola con un minuscolo chip che invia un segnale wireless alle autorità competenti quando il farmaco è stato digerito. “Immagina la conformità”, dice»
Di seguito lo screenshot di un altro post in cui appare uno stralcio del video originale, inserito subito dopo.
Come tradurre «compliance»?
Nonostante l’articolo de Il Giornale d’Italia sia del 2022, la dichiarazione di Bourla risale alla riunione annuale del World Economic Forum del 2018, nell’ambito della quale ha partecipato al panel Transforming Health in the Fourth Industrial Revolution. Nel corso dell’incontro, a Bourla viene posta una domanda su come si potrebbe incrementare l’engagement dei pazienti, ovvero – in italiano – il loro coinvolgimento. Il frammento in questione inizia a 45′ e 07”.
«How are you thinking about technology to engage the patient?», ovvero, in italiano, «in che modo state pensando la tecnologia per coinvolgere il paziente?». A questa domanda, Bourla risponde:
«[the] Fda approved the first electronic pill – if I can call it like that – so it is basically a biological chip that it is in the tablet and once you take the tablet and this all enters your stomach, sends a signal that you took the tablet. So, imagine the applications of that, the compliance, the insurance companies to know that the patients the medicines they should take they do take them. It is fascinating what happens in this field.»
La parola che può destare dubbi è «compliance». Questa può effettivamente essere tradotta in italiano con «obbedienza» in certi contesti. Ma in questo caso si tratta di una collocazione tipica del contesto “paziente-farmaco prescritto”, tanto che è proprio questo quello che viene usato dal dizionario Mirriam-Webster come esempio d’uso della parola. Non è quindi da intendersi nel suo significato letterale, ma come una forma cristallizzata nel tempo che ormai fa parte della lingua. In italiano accade lo stesso: quando prestiamo attenzione a un discorso non stiamo dando al discorso la nostra attenzione nella speranza che poi ci venga restituita. Usiamo questa costruzione perché è quella che più ci sembra corretta. Averla sentita molte volte ce la fa percepire come tale.
Ѐ importante notare, a prescindere dalla connotazione data alle parole di Bourla, che il Ceo di Pfizer non parla mai di obblighi, ma solo di monitoraggio delle azioni dei pazienti da parte delle compagnie assicurative. In nessun momento si riferisce a coercizioni od obblighi di alcun tipo. Infine, va tenuto presente che la pillola di cui parla il Ceo di Pfizer, la Abilify MyCite, approvata dall’Fda (la Food and Drugs Administration statunitense) nel 2017, non ha ottenuto l’autorizzazione alla commercializzazione da parte dell’Ema (la European Medicines Agency).
Conclusioni:
Alcuni post su Facebook riprendono un articolo di una testata giornalistica, sostenendo che il Ceo di Pfizer abbia parlato di «obbedienza» dei pazienti. Sebbene sia possibile tradurre la parola compliance con obbedienza in alcuni contesti, non è questa la connotazione datagli da Bourla.
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