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Mondiali di calcio, addio ufficiale al ripescaggio dell’Italia: la Fifa respinge il ricorso del Cile

10 Giugno 2022 - 17:34 Redazione
La Fifa ha respinto ufficialmente il ricorso del Cile per l'espulsione dell'Ecuador ai mondiali in Qatar. La squadra è stata confermata all'interno della competizione calcistica nonostante il caso Byron Castillo esploso pochi giorni fa

La Fifa ha respinto ufficialmente il ricorso del Cile per l’espulsione dell’Ecuador ai mondiali in Qatar. La squadra di Gustavo Julio Alfaro è stata confermata all’interno della competizione calcistica nonostante il caso Byron Castillo esploso pochi giorni fa. A questo punto anche per l’Italia svanisce l’ipotesi del ripescaggio, avanzata nelle ultime settimane dopo la richiesta del Cile di espellere l’Ecuador dai mondiali. «Dopo aver analizzato le argomentazioni di tutte le parti interessate e considerato tutti gli elementi portati dinanzi ad essa la Fifa ha deciso di archiviare il procedimento avviato contro la Fef», si legge in una nota diffusa, «le conclusioni della commissione disciplinare sono state comunicate in data odierna alle parti interessate. In accordo con le disposizioni in materia del Codice Disciplinare Fifa, le parti hanno dieci giorni di tempo per richiedere una decisione motivata».

L’accusa di falsa identità a Byron Castillo

Tutto è partito dalle qualificazioni, fase in cui l’Ecuador ha schierato contro il Cile il suo giocatore Byron Castillo. Secondo l’avvocato brasiliano Eduardo Carlezzo, che rappresenta il Cile, in realtà Castillo sarebbe di nazionalità colombiana e con tre anni in più rispetto ai 23 dichiarati. L’accusa di falsificazione di documenti ha portato la Fifa ad aprire un’indagine e il Cile a chiedere ufficialmente l’espulsione del club sudamericano. Se la versione cilena fosse stata confermata, l’espulsione dell’Ecuador avrebbe portato a un ripescaggio delle squadre non qualificate, tra cui anche l’Italia. Il verdetto della Fifa fa perdere dunque ufficialmente le speranze per il rientro in gara, a cui il ct azzurro Roberto Mancini si era dichiarato pronto: «Nel calcio si è già verificato, per esempio alla Danimarca agli Europei 1992: se dovesse accadere, noi ci siamo, siamo pronti».

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