Comunali, i primi exit poll: Genova e Palermo verso l’elezione al primo turno (per il centrodestra). A Verona exploit Tommasi
Genova quasi sicuramente a Bucci, Palermo, dopo la lunga reggenza di Leoluca Orlando verso il centrodestra, con Roberto Lagalla in vantaggio. Sono questi i risultati del primo turno delle elezioni comunali italiane che si è svolto oggi, secondo gli exit poll dell’agenzia Opinio per la Rai. Oggi, 12 giugno, gli abitanti di 971 comuni italiani si sono recati alle urne per scegliere la nuova amministrazione: hanno vinto i candidati che hanno raccolto più voti. Nel caso dei centri con meno di 15mila abitanti, non è previsto il ballottaggio né il voto disgiunto, salvo in caso di parità assoluta; per i comuni che invece superano quella soglia, si andrà al ballottaggio nel caso in cui al primo turno non si riesca ad arrivare alla maggioranza dei voti. Il secondo voto è fissato per il 26 giugno. Tra le città dove oggi sono stati chiamati a votare gli elettori, rientrano anche diversi capoluoghi di regione come Genova, L’Aquila, Palermo e Catanzaro.
La città della Lanterna non torna rossa, Bucci tra il 51% e il 55%
L’elezione dell’esponente del centrodestra Marco Bucci nel 2017 segnò un risultato storico, sottraendo la guida della città alla Sinistra che la governava da quarant’anni: preferenza riconfermata nel primo turno di elezioni, dicono gli exit poll, dove avrebbe raccolto tra il 51 e il 55%. Poteva contare sul supporto non solo di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, ma anche di Italia Viva, la lista di Giovanni Toti e esponenti di Azione. Per il centrosinistra c’è Ariel Dello Strologo, sostenuto da Partito democratico e Movimento 5 Stelle, la cui forbice al momento va dal 36% al 40%.
Centrodestra spaccato a Verona, in testa Damiano Tommasi (Pd-M5S)
Anche Verona è stata chiamata a scegliere il cittadino che la guiderà per i prossimi anni, puntando a sorpresa (almeno per ora) sul centrosinistra. Le amministrative hanno visto scendere in campo 6 candidati, tra cui il primo cittadino uscente Federico Sboarina, sostenuto da Fratelli d’Italia ma anche dalla Lega, dai centristi di Maurizio Lupi (Noi con l’Italia) e da Coraggio Italia. Sborarina avrebbe raccolto il 27-31% a pari merito con l’ex sindaco Flavio Tosi, prima membro della Lega, ora a capo di una lista civica sostenuta da Forza Italia (27-31).
Il centrosinistra si è invece stretto attorno alla figura di Damiano Tommasi, che ha ricevuto l’appoggio di ben 6 liste, dal Partito democratico al Movimento cinque stelle passando per Sinistra Italiana: proprio lui è in vetta alle preferenze, con una forbice che va dal 37 al 41%. Hanno rincorso l’elezione, infine, altri tre candidati: si tratta di Alberto Zelger (0-2%), appoggiato da Popolo della famiglia, Zelger sindaco e Verona per la libertà, Paola Barollo, per Costituzione Verona Libero pensiero, e Anna Sautto, esponete del già citato Movimento 3V.
I risultati a Palermo, tra confusione e arresti
Oggi è finita ufficialmente l’era di Leoluca Orlando, il sindaco che ha guidato Palermo dal 1993 al 2000 sostenuto da una coalizione di centro sinistra e poi anche dal 2012 ad oggi, sostenuto prima da una coalizione guidata dal Pd. A contendersi il titolo, sono Franco Miceli (appoggiato da una coalizione che oltre Pd e M5s vede schierate anche le civiche Progetto Palermo e Sinistra Civica Ecologista l’Unità per Palermo), a cui sarebbe andato il 27-31% dei voti; Roberto Lagalla, in vetta alle preferenze con il 43-47%, (sostenuto da una coalizione di nove liste tra cui Noi con l’Italia, Forza Italia e Fratelli d’Italia), potrebbe essere eletto al primo turno, visto che a Palermo lo sbarramento è al 40%. Il capoluogo siciliano è stato negli ultimi giorni teatro di disordini e confusione.
Ieri, 11 giugno, quasi cento tra presidenti e scrutatori selezionati non si erano presentati per preparare i seggi elettorali in vista del voto, molti dei quali senza alcun preavviso, anche oggi la situazione è rimasta caotica per ore e alcuni seggi non sono riusciti ad aprire. Il giorno prima, il comune ha subito un attacco di tipo ransomware che è penetrato in profondità nei sistemi informatici, e lo stesso giorno Francesco Lombardo, candidato al Consiglio comunale per Fratelli d’Italia, è stato arrestato con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso. La Commissione Antimafia ha ritenuto impresentabili ben quattro candidati secondo il codice di autoregolamentazione e la legge Severino: tre appartengono del centrodestra, uno al Partito democratico.
Parma sceglie il centrosinistra di Guerra, a Catanzaro prevale l’ex Pd Valerio Donato
A Parma la maggioranza dei voti sarebbe andata al candidato del centrosinistra Michele Guerra (40-44%), appoggiato da sei liste, tra cui quella del Partito Democratico. Lo segue l’esponente di centro-destra Pietro Vignali (19-23%). Il sindaco uscente di centrodestra Pierluigi Biondi, supportato anche dai movimenti civici, sarebbe stato invece riconfermato a l’Aquila (49-53%), seguito da Stefania Pezzopane (23-27%). A Catanzaro, avrebbero pervalso i voti per il candidato civico (ex Pd) Valerio Donato, la cui forbice va dal 40 al 44%, seguito da Nicola Fiorita (sostenuto da una coalizione che comprende, tra gli altri, il Movimento 5 Stelle): a lui, andrebbe il 31-35% delle preferenze.
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