I segreti di Haaland: dalle triplette al taglio della legna, con il City nel destino
Predestinato. Un aggettivo di cui si abusa spesso nel mondo del calcio ma che si addice alla perfezione a Erling Braut Haaland, l’astro nascente del calcio europeo ufficializzato questa mattina dal Manchester City di Guardiola. Un’operazione costata ai Citizens circa 100 milioni di euro tra i 60 versati nelle casse del Borussia Dortmund e i circa 40 tra commissioni agli agenti e altri costi.
Le origini
Haaland muove i suoi primi passi nel mondo del calcio all’età di 6 anni. Quando entra nell’accademia del Bryne FK, lo stesso club che ha lanciato il padre nel mondo del professionismo. A soli 15 anni viene aggregato alla prima squadra e poco dopo viene notato dal Molde, dove si trasferisce nel 2017. A notarlo è Ole Gunnar Solskjaer, che lo prende sotto la sua ala: con l’ex United in panchina realizza 14 gol nella sua prima (e unica) stagione al Molde. Il ragazzo infatti inizia a far parlare di sé, finendo nel mirino di diversi club europei che si danno battaglia sul calciomercato. A spuntarla sono gli austriaci del Red Bull Salisburgo, che lo scelgono per affiancarlo a Patson Daka. Nell’unica stagione in Austria realizza 29 reti, bottino che convince il Borussia Dortumd ad acquistarlo pagando la clausola da 20 milioni di euro presente su suo contratto.
Numeri da record
Le statistiche di Haaland sono semplicemente impressionanti. Mai un attaccante era riuscito ad arrivare a 22 anni con un numero di gol fatti superiore al numero di gare disputate. Al Salisburgo ha realizzato 29 reti in 27 partite, in Germania invece i gol sono stati 86 in 89 gare mentre nelle Coppe europee lo score è di 27 marcature su 25 match. Nella stagione appena conclusa inoltre le reti totali sono state 42 su 39 patite giocate. Haaland è anche il giocatore ad aver segnato il maggior numero di gol nella stessa partita con la propria nazionale: ben 9, realizzati nel 12-0 tra Norvegia Under 20 e Honduras.
Hat trick
Ma non basta. C’è un’altra caratteristica che rende Big Earl un centravanti unico nella storia del calcio: nel settembre 2019 durante l’esordio con la maglia del Salisburgo ha realizzato una tripletta, diventata ormai il suo marchio di fabbrica. Tre giorni dopo infatti ne è arrivata un’altra contro il Genk, alla prima presenza in assoluto in Champions League. Il norvegese ha realizzato una tripletta anche all’esordio con il Borussia Dortumund.
Il City nel dna
Il trasferimento a Manchester sembra davvero un regalo del destino alla famiglia di Big Earl. Sì, perché è in Inghilterra che 21 luglio 2000 il piccolo di casa Haaland è venuto alla luce. Nel cuore dello West Yorkshire, più precisamente a Leeds, dove ha giocato il papà Alf-Inge (anche lui calciatore). Nell’anno della nascita di Erling il padre si è legato proprio al City, dove nel 2001 ha subito un grave infortunio per mano di Roy Keane che, di fatto, ha sancito la fine della sua carriera e il ritorno in Norvegia insieme alla famiglia. Una vendetta premeditata dal capitano dei Red Devils, che dal ’97 aveva un conto aperto con il norvegese: durate un Leeds-Manchester United – dopo un duro scontro con Keane – Haaland sr. decise di andare a ringhiare in faccia all’irlandese (in quel momento accasciato a terra) tacciandolo di aver inscenato una recita. Un’accusa mai dimenticata da Keane e pagata quattro anni dopo rimettendoci una gamba.
June 13, 2022
Hobby
Che Haaland sia un calciatore fuori dal comune ormai si è capito. A renderlo speciale non sono soltanto numeri da campione, ma anche le abitudini fuori dal campo. Cresciuto in Scandinavia, nei momenti di pausa il ventiduenne ama ancora trascorrere il tempo come faceva prima di diventare una star planetaria. Vale a dire tagliando legna e aiutando parenti e amici nella coltivazione di patate: scatti del centravanti che imbraccia una motosega o intento a guidare un piccolo trattore infatti non sono rari.
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