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Primo No degli eurodeputati a gas e nucleare nella tassonomia «verde»: verso lo scontro in aula con la Commissione Ue

14 Giugno 2022 - 16:02 Michela Morsa
Le commissioni Ambiente ed Economia del parlamento Ue hanno proposto una mozione per rigettare la norma della Commissione. La deputata dei Verdi Eleonora Evi: «Ignobile greenwashing»

L’Europarlamento si schiera contro la Commissione europea sull’inclusione dell’energia nucleare e del gas nell’elenco delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale, decisa lo scorso febbraio. Le commissioni Ambiente ed Economia hanno infatti deciso di opporsi, e con una maggioranza di 76 voti contro 62 hanno proposto una mozione di rigetto della norma, su cui il parlamento comunitario dovrà esprimersi tra il 4 e il 7 luglio. Se venisse confermata a maggioranza assoluta, la mozione farebbe cadere la proposta della Commissione. «Il voto di oggi è un passo importantissimo verso una posizione forte e chiara da parte dell’intero Parlamento affinché nella plenaria di luglio rigetti l’atto della Commissione ed impedisca che, in un momento così critico, siano convogliati investimenti in nuovi impianti di gas o centrali nucleari», ha dichiarato l’eurodeputata dei Verdi Eleonora Evi, che ha chiarito le motivazioni dell’opposizione, chiamando l’operazione della Commissione «ignobile greenwashing».

«Classificare il gas fossile e l’energia nucleare come investimenti sostenibili sembrerebbe una barzelletta, se non fosse invece l’insensata e infida intenzione della Commissione europea che in questo modo sconfessa platealmente il Green Deal europeo e i percorsi già intrapresi per avviare la transizione ecologica. L’etichetta di sostenibilità per investimenti in gas e nucleare rischia di dirottare miliardi di euro da rinnovabili ed efficienza energetica verso fonti di energia inquinanti, costose e pericolose, non solo mettendo a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi climatici, ma rendendoci ancora più sottomessi alla dipendenza da importazioni da paesi come la Russia, che infatti potrebbe guadagnare fino a 4 miliardi di euro in più all’anno grazie all’estensione della tassonomia», ha proseguito Evi.

«Chi invece non beneficerebbe affatto da questa inclusione sono i cittadini, le imprese e la finanza europee, che pagherebbero il prezzo di una maggiore ambiguità ed incertezza normativa», ha detto l’eurodeputata, seconda la quale una tassonomia tale non informerebbe correttamente i cittadini sulle scelte di investimento sostenibili.

La risposta della Commissione

È subito arrivata la risposta della Commissione: «La neutralità climatica è ancora il nostro obiettivo e anzi obbligo e ci impegniamo a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per iniziare ad allontanarci dalle fonti di energia ad alta intensità di carbonio. Siamo consapevoli del fatto che ci sono molte sensibilità su questo argomento e che ci sono diverse posizioni ed è per questo che è importante per noi proporre questo atto delegato, ma aspetteremo il risultato della votazione in plenaria», ha detto il portavoce della Commissione. «È una votazione in commissione, quindi non dimentichiamo che non siamo alla fine della strada», ha comunque sottolineato. «Aspetteremo l’esito del voto in Parlamento e analizzeremo la situazione nella fase successiva».

Le reazioni

La decisione degli europarlamentari è stata accolta con favore da Wwf: «Ci congratuliamo con gli eurodeputati Econ ed Envi per aver scelto la strada giusta per proteggere la credibilità della tassonomia dell’UE. Non c’è nulla di sostenibile nei combustibili fossili e nelle scorie nucleari e molti investitori e banche non vogliono che siano etichettati come verdi», ha commentato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima e Energia del Wwf Italia. «Ora – ha aggiunto – la plenaria di luglio dovrà seguire il parere delle due commissioni competenti e respingere quello che altrimenti sarebbe un errore enorme e costoso per clima e ambiente: incanalare miliardi in progetti sporchi, invece di finanziare la transizione verso le energie rinnovabili di cui abbiamo bisogno». Anche i deputati del Movimento 5 Stelle hanno sottolineato il loro appoggio: «Il Movimento 5 Stelle non farà mancare il proprio apporto a una scelta saggia e lungimirante, per dare una spallata definitiva ai tentativi di alcune lobby di spingere per opzioni tutt’altro che sostenibili e ancorate a un passato che dobbiamo al più presto lasciarci alle spalle».

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