«Impiccate Mike Pence»: le immagini shock sul «tentato golpe» di Capitol Hill – Il video integrale
Nel corso della prima udienza pubblica della commissione di inchiesta sull’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 è stato mostrato per la prima volta un video della durata di 10 minuti. La clip offre uno sguardo inedito sulla protesta, avvalendosi anche delle registrazioni effettuate dalle videocamere di sicurezza posizionate sia fuori che dentro l’edificio. In diversi momenti e da diverse angolazioni, si vedono le centinaia di manifestanti presenti sul posto spingere le barricate e urlare in direzione dell’entrata del palazzo, o marciare al ritmo del coro: «U-S-A, U-S-A!». Alcuni brandiscono mazze da baseball, altri impugnano megafoni dai quali gridano: «We love Trump!». La bandiera americana, così come quella con la scritta «MAGA» (ovvero «Make America Great Again», lo slogan che guidò la campagna elettorale di Trump) sventolano sopra la folla.
L’attacco diventa progressivamente più violento: si sentono i «Proud Boys» gridare «impiccate Mike Pence!» e si vedono i poliziotti assaliti chiedere aiuto. Vengono mostrate anche alcune scene che riprendono quanto accaduto all’interno del Campidoglio, come il momento in cui i manifestanti hanno sfondato le finestre per invadere l’edificio e correre per i corridoi, ribaltando le sedie e i cassonetti. Secondo il presidente della commissione, Bennie Thompson, l’episodio ha rappresentato un tentativo di «golpe». Thompson ha aggiunto che Capitol Hill fu assalito da «nemici interni» su incoraggiamento di Donald Trump.
La seconda udienza pubblica sui fatti del 6 gennaio 2021
Ieri, 13 giugno, ha preso il via la seconda udienza pubblica della commissione della Camera. Il focus in questo caso è stato sulla «Big Lie», la grande menzogna dei brogli elettorali di massa ideata dall’ex presidente per tentare di ribaltare il voto. L’udienza è stata inaugurata dalle durissime parole della commissione, secondo cui Trump, «pur sapendo di aver perso le elezioni», ignorò le sentenze che respingevano i suoi ricorsi e le assicurazioni del suo entourage che non c’erano prove di brogli e «decise di lanciare un attacco alla democrazia».
Al banco dei testimoni anche l’ex campaign manager del tycoon, Bill Stepien, che ha raccontato la sua decisione di dimettersi quando iniziò a ritenere che quanto stava accadendo nella campagna elettorale, con le false accuse di brogli, non fosse «necessariamente onesto o professionale». I risultati dell’inchiesta verranno trasmessi al dipartimento di giustizia, che a differenza della commissione parlamentare ha il potere di incriminare l’ex presidente USA. Dal canto suo, Trump ha definito l’inchiesta una «caccia alle streghe a senso unico» che rappresenta una «vergogna per l’America».
Leggi anche:
- Capitol Hill, Ivanka Trump molla il padre: «Nessuna frode sulle elezioni del 2020»
- Assalto a Capitol Hill, Trump nel giorno dello show tv sull’inchiesta: «È stato il più grande movimento nella storia degli Stati Uniti»
- Evan Neumann è accusato dell’assalto a Capitol Hill, ora è un rifugiato politico in Bielorussia
- Assalto a Capitol Hill, il primo imputato giudicato colpevole è l’estremista di destra Guy Reffitt
- Assalto al Congresso Usa, la commissione di indagine: «Da Trump una frode per evitare la sconfitta»
- Assalto a Capitol Hill, altri guai per Trump. Un giudice non archivia le denunce contro di lui: «Ci sono prove che provocò le violenze»