Vincenzo Figliolia: il sindaco di Pozzuoli accusato di aver fatto sesso in Comune in cambio di buoni spesa
Il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, appena rieletto in consiglio con 1948 preferenze ed esponente del Partito Democratico, è indagato per concussione e peculato. Secondo gli inquirenti avrebbe consegnato a una donna buoni spesa Covid 19 in cambio di prestazioni sessuali. Che sarebbero state consumate nel suo ufficio in Comune. L’edizione napoletana di Repubblica spiega che la circostanza emerge dagli atti depositati all’udienza di Riesame che si è celebrata ieri dopo le perquisizioni disposte alla fine di aprile. I pm Stefano Capuano e Immacolata Sica hanno deciso di aprire su questa vicenda un altro fascicolo rispetto al filone principale d’indagine. Gli elementi di prova raccolti a carico di Figliolia sono le registrazioni delle microspie e delle telecamere nascoste in Comune dagli investigatori della squadra mobile, che conducono le indagini insieme alla Guardia di Finanza. L’inchiesta è nella fase iniziale e quanto emerso fino a questo momento dovrà essere verificato dai magistrati.
Il Fatto Quotidiano aggiunge che ci sono tre file audio-video che documenterebbero l’accusa nei confronti del primo cittadino di Pozzuoli. Figliolia, nel corso di alcuni incontri, ha consegnato alla signora dei buoni spesa per l’emergenza Covid «sempre prelevati da cassetti dell’arredo del proprio ufficio», si legge nell’atto notificato. Il sindaco è indagato anche per associazione a delinquere e reati contro la Pubblica amministrazione in concorso con l’imprenditore Salvatore Musella, il dirigente della Regione Campania ed ex responsabile Pd delle Agorà Democratiche Nicola Oddati, l’ex segretario del Pd di Taranto Luciano Santoro, l’ex consigliere regionale dem calabrese Sebastiano Romeo e altri. L’altra indagine ruota attorno presunte tangenti circolate sul bando per la riqualificazione turistica del rione Terra di Pozzuoli, e intorno ad altre manovre compiute tra la Puglia e la Calabria.
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