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Crac Etruria, Boschi al contrattacco dopo l’assoluzione del padre: «Nessun 5s mi ha chiesto scusa: attaccata anche da chi deve la carriera a Renzi»

Lo sfogo dell'ex ministra renziana, dopo la fine della vicenda giudiziaria del padre che le è costata anni di attacchi e polemiche: «Anche chi ha fatto carriera con il renzismo ha fatto a gara a dire che io ero il problema»

Incassata l’assoluzione tra gli altri di suo padre per il crac di Banca Etruria, Maria Elena Boschi passa al contrattacco con chi negli anni ha bersagliato l’ex ministra con quello che definisce «un massacro mediatico». In un’intervista a Repubblica, Boschi denuncia il trattamento subito da avversari e media ben più pesante rispetto a chi sarebbe stato realmente coinvolto negli scandali bancari: «Molti dei protagonisti di quelle vicende erano legati a doppio filo con parte della classe dirigente mediatica, finanziaria, culturale di questo Paese. E su di loro è sceso un silenzio impressionante». A far riflettere il caso Etruria secondo la deputata di Italia Viva dovrebbero essere più i giornalisti dei magistrati: «Sono stata condannata senza aver fatto nulla. E le opposizioni di allora, a cominciare dai Cinque Stelle, mi hanno insultato nel modo più becero. Nessun grillino ha ancora trovato il modo pronunciare la parola “scusa”».

Agli attacchi politici di allora, Boschi aggiunge gli insulti ricevuti da più parti: «la violenza verbale che spesso sfociava in sessismo. Hanno smesso di chiamarmi col mio nome per storpiarmi in Maria Etruria Boschi. Cambiarti il nome è il primo passo per disumanizzarti. Hanno ironizzato su tutto, mi hanno riempito di allusioni e minacce nel silenzio imbarazzato e complice di tanti e tante. Anche alcuni che debbono la carriera al renzismo hanno fatto a gara a dire che io ero il problema, che dovevo sparire».

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