Elena Del Pozzo uccisa dalla mamma con l’aiuto di un complice? I sospetti sul luogo del delitto: che cosa non torna nell’indagine
La convinzione sempre più concreta degli inquirenti di Catania è che quello di Martina Patti sia stato un piano calcolato con freddezza in ogni suo dettaglio. Nonostante le spiegazioni confuse della 23enne sui motivi che l’avrebbero spinta a uccidere sua figlia Elena Del Pozzo di cinque anni, il sospetto più forte di carabinieri e procura è che la donna avrebbe agito per gelosia nei confronti della nuova compagna del suo ex, terrorizzata dal rischio che la bambina potesse affezionarsi a lei perdendola. Ma sono ancora diversi i punti oscuri della vicenda, in attesa dell’interrogatorio per la convalida del fermo previsto per domani venerdì 17 giugno e l’esito dell’autopsia sul corpo della piccola. A cominciare dall’ipotesi di un complice, qualcuno che spiega il capitano dei carabinieri Salvatore Mancuso possa aver aiutato la donna a uccidere la bambina o a nascondere il cadavere. E poi il luogo in cui il delitto è avvenuto, due elementi che sarebbero strettamente legati tra loro.
Il luogo del delitto
Nella poche e confuse dichiarazioni fatte finora agli inquirenti, Patti ha detto di aver ucciso sua figlia da sola e di averlo fatto nel luogo in cui è stata ritrovata, cioè il terreno in cui lei stessa ha portato i carabinieri il giorno dopo la controversa denuncia del rapimento da parte di tre uomini armati. I militari invece, spiega il Corriere della Sera, sono convinti che la bambina sia stata uccisa in casa, per poi essere portata in un sacco nero per l’immondizia in un terreno distante circa 600 metri dall’abitazione. Un elemento in più che confermerebbe questa pista sarebbe il mancato sequestro dell’area, lasciato al libero accesso di giornalisti e curiosi. I dubbi però restano su come possa aver fatto tutto questo la donna in pieno giorno senza che nessuno se ne accorgesse. L’omicidio sarebbe avvenuto tra le 14 e le 15, dopo che la donna aveva riportato la bimba dall’asilo. Senza una spiegazione ancora anche il momento in cui la donna ha portato via il corpo, da sola e senza insospettire nessuno.
L’arma
E poi c’è l’arma del delitto, si pensa a un coltello da cucina, che finora non è stato ancora trovato. La donna di certo non avrebbe usato la zappa e la pala, su cui erano circolate delle ipotesi. Secondo gli inquirenti, gli attrezzi erano già in casa e apparivano molto usati. Escluso almeno che fossero stati acquistati poco prima del delitto. Sarà l’esame della scientifica nell’abitazione a chiarire ulteriori dubbi, in cerca per esempio di tracce di sangue che possano confermare l’ipotesi degli inquirenti. E poi l’analisi del telefono della donna, da cui a detta dei famigliari sarebbero partiti sms di fuoco nei confronti del suo ex e della sua nuova compagna.
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