Covid, Sileri frena sullo stop all’isolamento per i positivi: «Prematuro». Ricciardi: «Una pessima idea»
Sul tavolo del ministero della Salute e degli esperti dell’Iss ci sarebbe l’ipotesi di abolire l’isolamento domiciliare per i positivi al Covid-19, almeno a detta del sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Ieri, 16 giugno, Costa ha parlato di un «traguardo molto vicino», a cui confida si arrivi «nelle prossime settimane», per un ulteriore passo verso la normalità e verso la convivenza con il virus. Il suo parigrado, Pierpaolo Sileri, non sembra però essere sulla stessa lunghezza d’onda: «Credo sia prematuro, nel senso che arriveremo ad abolirlo, ma al momento è presto. Basti pensare, ad esempio, a un positivo che va in una Rsa», ha commentato oggi Sileri, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari durante il programma di Rai Radio 1 Un giorno da pecora.
Pregliasco: «Aspettiamo. Il trend è in aumento»
L’eventualità di archiviare l’isolamento per i contagiati fa discutere anche gli esperti, in maggioranza contrari al provvedimento. Se già ieri Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, si era detto favorevole, diversamente da Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all’Università Statale di Milano e primario all’Ospedale Sacco, che chiedeva di mantenere un «profilo basso» e procedere con cautela, oggi hanno detto la loro anche il professor Fabrizio Pregliasco e Walter Ricciardi.
«Direi che prima di liberare i positivi sarà meglio aspettare un attimo – ha detto Pregliasco all’Adnkronos Salute – Il trend mostra come ci sia un incremento ormai da tre settimane. Siamo in una fase di transizione, con onde che sperabilmente non dovrebbero incrementare troppo gli aspetti più tristi della malattia, grazie alla grande quota di vaccinati. Però non sottovalutiamo la situazione». Il docente di Igiene dell’Università Statale di Milano, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi, aspetterebbe insomma a eliminare l’isolamento, anche se osserva come sia «un’azione non completamente incisiva, perché molti positivi in realtà non li vediamo, visto che non si sottopongono a un tampone ufficiale e quindi non si fanno tracciare».
Ricciardi: «Pessima idea»
Per Walter Ricciardi, docente di Igiene all’università Cattolica e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, la proposta è proprio «una pessima idea». «Il testing, il tracciamento, l’isolamento sono tutte misure essenziali per il controllo dell’epidemia. E nel momento in cui si perde il controllo della circolazione virale il rischio è di imbattersi nel problema solo quando chi si infetta viene ricoverato o muore», ha spiegato all’Adnkronos Salute. «Se si vuole controllare l’epidemia, bisogna seguire i canoni che ormai da centinaia di anni vengono insegnati in sanità pubblica. Non seguire testing, tracciamento e isolamento – ha aggiunto – significa permettere che aumenti il numero delle persone contagiate, dei malati, dei morti e prolungare gli effetti negativi della pandemia anche in termini di economia».
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