Dietro gli incendi degli autobus a Roma pezzi di ricambio non originali, il sospetto della procura: indagati tre dipendenti Atac – Il video
Pezzi di ricambio non originali per riparare gli autobus dell’Atac: questa è l’ipotesi su cui stanno indagando il procuratore aggiunto Giovanni Conzo e il pm Clara De Cecilia. I mezzi della municipalizzata, in più di un’occasione finiti in fiamme, hanno fatto scattare l’allarme della procura: le indagini sono state avviate lo scorso 5 ottobre, quando 26 autobus sono andati a fuoco nella rimessa di Tor Sapienza. La procura ha deciso di indagare prima sull’ipotesi di incendio colposo, e poi sulla qualità della manutenzione dei mezzi.
Si segue la pista colposa: nel mirino tre dipendenti dell’azienda
L’inchiesta ha avuto l’ultimo sviluppo all’alba di ieri, 16 giugno, quando i carabinieri hanno notificato gli atti di indagine a tre dipendenti dell’Atac. Il capo officina della rimessa Magliana, la responsabile dell’ingegneria manutentiva del trasporto su gomma e un magazziniere: tutti già ascoltati in precedenza come persone informate sui fatti, di nuovo interpellati a proposito delle modalità di manutenzione dei veicoli targati Atac e sul caso dei «flambus», ovvero i bus incendiati. I carabinieri hanno sequestrato i cellulari aziendali dei tre indagati, bloccato le loro caselle di posta elettronica e disposto l’acquisizione dei database e delle immagini delle telecamere di via Candoni. Secondo quanto si legge nei primi atti, gli indagati avrebbero causato «per colpa incendio di mezzi Atac, non curando la corretta manutenzione dei mezzi e consentendo utilizzo di pezzi di ricambio non originali».
Manomissioni o meno, l’obiettivo sarebbe stato il risparmio
Le indagini sono volte anche a stabilire se si siano verificati o meno veri e propri tentativi di sabotaggio. Il sistema sarebbe andato avanti per anni, con l’obiettivo di ottenere i premi di produzione risparmiando sulla manutenzione di mezzi già parecchio datati. «Siamo certi che emergerà l’assoluta correttezza dell’operato della catena manutentiva che da tempo opera per arginare il fenomeno», assicura l’avvocato Giuseppe Falvo, legale della responsabile dell’ingegneria manutentiva. Nel frattempo, i pm hanno stilato una lista di prescrizioni, che include il «suggerimento» di tenere la benzina lontano dalla falegnameria.
Video Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev