M5s, tensioni sullo stop alle armi all’Ucraina: «Bozza diffusa da chi vuole fibrillazioni nel governo»
«La bozza che sta circolando in queste ore non è la risoluzione alla quale stiamo lavorando con tutta la maggioranza: abbiamo un testo condiviso che stiamo completando e al quale il nostro gruppo sta dando un importante contributo, lavorando come sempre in modo costruttivo». Così la capogruppo del M5s al Senato, Mariolina Castellone riguardo la bozza del documento in cui viene messo nero su bianco e senza troppi giri di parole il «no» dei senatori del M5s all’invio di nuove armi all’Ucraina, in vista del 21 giugno, cioè quando Mario Draghi interverrà a palazzo Madama prima del Consiglio europeo sulla crisi ucraina.
La senatrice Castellone ha precisato che per il M5s «è importante che nel testo si parli di de-escalation militare e centralità del Parlamento nelle scelte sulla guerra in Ucraina», accusando «chi in queste ore sta divulgando documenti diversi» di voler «creare fibrillazioni in maggioranza». Nella bozza anticipata oggi dal Corriere della Sera, si legge che «si impegna il governo a non procedere, stante l’attuale quadro bellico in atto, a ulteriori invii di armamenti che metterebbero a serio rischio una de-escalation del conflitto pregiudicandone una soluzione diplomatica». Una posizione che è in aperto contrasto con le ultime dichiarazioni del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, e che hanno scatenato la rissa nel M5s.
Il documento
La bozza si apre con la premessa che «il conflitto in Ucraina dura ormai da oltre 100 giorni e sta assumendo sempre più le caratteristiche di una guerra di logoramento segnata dal mancato rispetto del diritto internazionale umanitario; il popolo ucraino sta difendendo strenuamente l’integrità territoriale del proprio Paese e sta combattendo per il proprio diritto all’autodeterminazione». A proposito degli aiuti finora, i senatori M5s scrivono: «Dallo scoppio del conflitto l’Unione Europea ha inviato forniture militari all’Ucraina per almeno 2 miliardi di euro; Stati Uniti e Regno Unito hanno inviato armi a Kiev rispettivamente per 4,6 miliardi e un miliardo di dollari ed hanno già deciso ulteriori e ancor più consistenti forniture (anche di armi a lunga gittata)».
Aiuti militari che hanno visto anche l’Italia partecipe: «L’Italia, in base a quanto disposto dall’art. 2-bis del decreto legge 25 febbraio 2022 n. 14 convertito con modificazioni dalla legge 5 aprile 2022 n.28 recante “Disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina”, ha già emanato 3 decreti ministeriali (Decreto 2 marzo 2022, Decreto 22 aprile 2022 e Decreto 10 maggio 2022) che hanno previsto l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari; il supporto fornito in questi mesi dall’Unione Europea all’Ucraina da un punto di vista economico e finanziario, nell’accoglienza dei profughi e nonché nel sostegno alla capacità ucraina di difesa, dovrà essere accompagnato da un rafforzamento dell’azione diplomatica vista l’urgenza che il perdurare del conflitto impone».
L’accordo lontano
L’obiettivo della maggioranza di governo era di arrivare un testo condiviso, ma lo scontro pare inevitabile, non solo con una parte del Movimento quindi, in vista dell’incontro che dovrebbe esserci nelle prossime ore tra i delegati dei senatori grillini e il sottosegretario Vincenzo Amendola, che sta provando a tenere insieme i fili. Un’intesa di massima comunque dovrebbe esserci almeno sugli altri punti, cioè l’adesione dell’Ucraina all’Ue, la revisione del Patto di Stabilità, ulteriori misure a sostegno di imprese e famiglie in difficoltà , il RepowerEu per l’energia e le proposte sul futuro dell’Europa, come conferma il Corriere.
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