Emergenza gas, anche i Paesi Bassi puntano sul carbone: «Revocate immediatamente tutte le restrizioni»
I Paesi Bassi hanno deciso di revocare le restrizioni all’uso del carbone per la produzione di energia elettrica. La mossa è dovuta ai recenti tagli delle forniture di gas dalla Russia, che hanno convinto il Paese a mettere in campo una revisione del mix energetico. Ieri, 19 giugno, la Germania aveva annunciato di essere pronta ad aumentare l’utilizzo del carbone. Il ministro dell’ambiente olandese Rob Jetten ha dichiarato: «Il governo ha deciso di revocare immediatamente le restrizioni alla produzione per le centrali elettriche a carbone dal 2022 al 2024. Ciò significa che le [tre, ndr] centrali elettriche a carbone» – dopo che la loro potenza era stata ridotta per limitare le emissioni di CO2- «possono tornare a funzionare a piena capacità invece che massimo al 35%». L’obiettivo, riporta Rtl Niuws, è rimpinguare le riserve prima dell’inverno. Il ministro ha escluso la possibilità di aumentare la produzione del giacimento di Groningen, in via di dismissione a causa dei frequenti terremoti nell’area, e ha dichiarato che al momento la situazione non è emergenziale.
Da giorni le forniture di gas russo tramite il Nord Stream 1 – il principale canale d’ingresso in Europa – sono in calo. Gazprom ha giustificato la decisione parlando di problemi tecnici a uno dei compressori del gasdotto, le cui componenti riparate da Siemens non possono rientrare in patria dal Canada a causa delle sanzioni. Le forniture sono calate prima del 40% e poi del 33%. L’Italia ha visto la sua quota giornaliera dimezzarsi, mentre quella della Francia si è interrotta completamente. Le incertezze sugli approvvigionamenti hanno fatto impennare i prezzi. Diversi leader europei, tra cui Olaf Scholz e Mario Draghi, hanno avanzato il sospetto che la decisione del Cremlino sia in realtà di natura politica per mettere pressione ai Paesi europei.
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