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Crisi del grano, un «telefono rosso» tra Kiev, Mosca e Ankara per sbloccare i porti entro un mese: la mediazione di Erdogan e Onu

21 Giugno 2022 - 19:41 Maria Pia Mazza
Partiranno la prossima settimana i colloqui per aprire un corridoio che permetta lo sblocco delle esportazioni di grano bloccato nei porti ucraini

Dopo il fallimento del vertice Lavrov-Cavusoglu ad Ankara per lo sblocco dei corridoi del grano, il ministero della Difesa russo ha annunciato che nei prossimi giorni riaprirà i colloqui con la Turchia per discutere nuovamente la gestione dei corridoi navali per le esportazioni dai porti ucraini. Ad annunciarlo è stato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Tass, specificando che durante i colloqui non è prevista la partecipazione del presidente russo Vladimir Putin e specificando che se ne occuperà il ministero della Difesa. La notizia è stata confermata anche dalla tv di stato turca Trt, che ha confermato l’apertura di una linea di comunicazione d’emergenza tra i ministeri della Difesa di Mosca, Kiev e Ankara per gestire lo sminamento dei porti sul Mar Nero e, dunque, creare la possibilità per le navi cariche di grano di poter abbandonare i porti in sicurezza. I colloqui tra Mosca e Kiev, mediati dalla Turchia e dall’Onu, si svolgeranno la prossima settimana a Istanbul. A mediare ci saranno il presidente turco Erdogan e il segretario generale delle Nazioni Unite Guterres.

La mediazione turca

L’obiettivo è quello di sbloccare i porti «entro un mese», secondo quanto riferito da fonti del governo di Ankara. Il governo turco, infatti, avrebbe preparato una road map per sbloccare «35-40 milioni di tonnellate di grano, che dovrebbero essere inviate sui mercati mondiali attraverso gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli nei prossimi 6-8 mesi». Ma non solo. Il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, dicendosi «fiducioso» per il prossimo round di colloqui, ha anticipato le linee-guida che verranno proposte a Russia e Ucraina per permettere alle navi cariche di grano di lasciare i porti: «Il nostro lavoro tecnico continua: gli ucraini sminano i porti e vengono scortati dai russi attraverso rotte sicure. Qualora dovessero essere presenti eventuali mine sul percorso queste vengono eliminate preferibilmente dalla Difesa turca, per garantire che le navi mercantili siano al sicuro: vogliamo finire il lavoro il prima possibile, perché abbiamo un intenso traffico negoziale sia con la Russia sia con l’Ucraina, ed entrambe hanno abbondanti riserve di grano».

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