No! Questa foto non ritrae il podio di una «gara di ciclismo femminile»
Il tema dell’inclusività e dei suoi limiti è un’inesauribile fonte di polemiche. Lo sport è uno degli ambiti più toccati dal dibattito: la decisione di un’organizzazione ciclistica di estendere le gare femminili a tutti gli individui che si identificano nel genere, a prescindere dal loro sesso biologico, non ha potuto evitare di finire al centro delle discussioni… e della disinformazione.
Per chi ha fretta:
- Circola la foto del podio di una gara di ciclismo in cui vengono premiate due donne transgender al primo e secondo posto, e una donna cisgender al terzo
- L’immagine viene usata per denunciare la presunta esclusione delle donne cis dalle competizioni femminili
- In realtà l’immagine ritrae l’esito di una gara, il Thunder Crit, che ha deciso di abolire le categorie binarie dal 2021, a favore di due nuove sezioni incentrate sulla forza fisica e l’identità di genere
Analisi
«L’ennesimo schiaffo alle donne nello sport»: questa la didascalia che accompagna la foto in cui viene ripreso il podio di una gara ciclistica. Il perché la premiazione a cui assistiamo risulti così oltraggiosa e insultante viene presto spiegato: «Sul podio femminile di una gara di ciclismo salgono ben 2 maschi (primo e secondo posto) e al terzo posto una femmina». L’allusione è al fatto che due donne transgender sembrano essersi aggiudicate le medaglie d’oro e d’argento. «Chi organizza la gara dice che non commenterà perché loro vogliono solo creare un ambiente inclusivo, peccato però che a forza di includere hanno escluso le donne dalla possibilità di vincere le loro stesse medaglie per fare spazio ai maschi che senza alcuna transizione di si dichiarano donne», prosegue la pagina autrice del post, pubblicato lo scorso 5 giugno.
«Abbiamo lottato per accedere allo sport e ora dobbiamo pure lottare per rimanerci», è il commento che si legge nel post. «Far gareggiare maschi nelle gare femminili è un insulto alle donne, e al diritto al fair play. L’ideologia queer se ne frega, e continua a ripetere che maschi e femmine sono categorie superate. Come se l’ideologia umana potesse cancellare la biologia e la natura», prosegue, per concludere infine: «Cosa c’è di più antropocentrico di così? L’essere umano che pensa di poter sovrascrivere la natura. Se non è patriarcato questo..».
Cos’è il Thunder Crit
Proviamo a contestualizzare quanto sta avvenendo nella scena fotografata. Vediamo che i trofei sollevati dai vincitori recano la scritta “ThunderCrit6“. Il Thunder Crit si definisce come “il più longevo Fixed Gear Crit (la corsa a scatto fisso, ndr) del Regno Unito”: lo scorso 3 giugno ha avuto luogo la sua sesta edizione presso l’Herne Hill Velodrome. Nella pagina di presentazione dell’evento, leggiamo: «Siamo orgogliosi di essere un team inclusivo e un organizzatore di eventi e ci impegniamo a creare un ambiente di gara accogliente e divertente per tutti, indipendentemente dall’etnia, dalla sessualità o dal genere». Dal 2021, infatti, il format della gara è stato cambiato: abolite le categorie binarie, ritenute poco inclusive dall’organizzazione, le tradizionali sezioni “maschile” e “femminile” sono state sostituite dalle sezioni “Thunder” e “Lightning” (“Tuono” e “Fulmine”), che «prendono le prestazioni fisiche degli uomini cis o delle donne cis come punto di partenza e invitano gli individui con abilità simili a gareggiare in quella categoria, indipendentemente dal sesso. È un ripensamento radicale di come potrebbe essere una gara, celebrando le differenze tra i piloti ma offrendo parità di condizioni in termini di competizione», spiegano sul sito.
Le nuove categorie della gara: cosa prevedono
A questo proposito, la categoria “Thunder” è pensata per gli uomini cis (il cui sesso biologico assegnato alla nascita combacia con l’identità di genere), per le persone non binarie le cui prestazioni fisiche sono più in linea con gli uomini cis, e per uomini e donne trans le cui prestazioni fisiche sono più in linea con quelle degli uomini cis. La categoria “Lightning“, invece, si rivolge a donne cis (di nuovo, donne il cui sesso biologico assegnato alla nascita combacia con l’identità di genere), persone non binarie le cui prestazioni fisiche sono in linea con le donne cis, e uomini e donne trans le cui prestazioni fisiche sono più in linea con le donne cis. Una piccola rivoluzione messa in atto perché, a detta degli organizzatori, «non dovrebbe essere compito dei corridori che non si identificano con le categorie tradizionali subire pressioni per inserirsi in esse oppure essere esclusi o affrontare interrogatori invadenti, o creare una terza categoria che li “altri” nello sport. È tempo che le categorie stesse cambino e diventino più inclusive».
La sesta edizione del torneo
La categoria Lightning è proprio quella oggetto dell’immagine incriminata. Nella sesta edizione della gara, svoltasi all’inizio del mese, il primo posto è stato aggiudicato da Emily Bridges, che a seguito della vittoria ha ricevuto anche minacce fisiche. Al secondo posto, troviamo Lilly Chant, e al terzo la donna che in foto imbraccia una bambina: Jo Smith, che ha voluto in prima persona rassicurare tutti coloro che avevano avuto da ridire sulla sua «sconfitta» a causa delle nuove norme per l’inclusività. «A tutti coloro che hanno inviato messaggi riguardo il mio piazzamento sul podio a Thundercrit, grazie per la vostra preoccupazione, ma sono felice del mio podio, super orgogliosa di far parte del team che organizza un evento così inclusivo ed emozionante e orgogliosa di gareggiare con concorrenti così fantastici. Per tutti coloro che hanno così tanto a cuore il futuro del ciclismo femminile, indirizzate le vostre energie e lottate per una migliore copertura televisiva, retribuzione e gare nel circuito professionistico femminile, piuttosto che occuparvi di una gara gender neutral», ha scritto Smith in un messaggio su Twitter.
Anche l’ufficio stampa di ThunderCrit ha avuto qualcosa da aggiungere: «Siamo consapevoli che ci sono commenti online di persone che non erano presenti al nostro evento e che non avevano mai nemmeno sentito parlare della gara prima del risultato di ieri», hanno scritto. «Non permetteremo alle opinioni di coloro che non erano presenti all’evento o di parte della nostra comunità ciclistica di mettere in ombra quello che è stato un evento incredibilmente positivo e di successo», proseguono, per concludere: «Abbiamo preso la decisione l’anno scorso di creare un sistema di categorizzazione più neutrale rispetto al genere che consentisse agli atleti trans e non conformi al genere, che spesso sentono che non c’è spazio sicuro per loro nello sport, di essere accolti e fatti sentire i benvenuti. Da quando sono state introdotte queste nuove categorie, abbiamo avuto molti partecipanti trans e non conformi al genere nelle nostre categorie Thunder e Lightning, che hanno gareggiato bene all’interno delle rispettive categorie. Il formato continuerà ad evolversi in modo da offrire inclusività e corse leali per tutti gli atleti. Non commenteremo ulteriormente, specialmente ai media, o a chiunque desideri usare la nostra corsa accogliente e inclusiva per spingere la loro narrativa».
Conclusioni
Gli uomini non hanno invaso le gare di ciclismo femminile: la foto raffigura un torneo che dal 2021 ha deciso di abolire le categorie binarie a favore di nuove, più inclusive sezioni basate sulla forza fisica e l’identità di genere, che nel caso degli individui cisgender combacia con il sesso biologico assegnato dalla nascita.
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