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Consiglio Ue, via libera alla concessione di status di Paese candidato a Ucraina e Moldavia – Il video

23 Giugno 2022 - 20:30 Maria Pia Mazza
Via libera dei leader europei anche alla "prospettiva europea" per la Georgia. Michel: «Pronti a prendere in considerazione le domande della Bosnia»

Giornata storica per l’Unione Europea. Per la prima volta nella storia i leader dell’Unione Europea, riuniti a Bruxelles, hanno concesso lo status di candidato a un Paese in guerra, ossia all’Ucraina. Lo stesso status verrà concesso anche alla Moldova, mentre alla Georgia è stata concessa della cosiddetta “prospettiva europea”. «Questo è un vero giorno buono per l’Europa. Mi congratulo con tutti i presidenti. Questi Paesi sono sempre stati parte della famiglia europea e questa decisione di oggi conferma. Non ci può essere miglior segno di speranza per i cittadini di Ucraina, Moldova e Georgia in questi tempi così complicati», ha dichiarato in conferenza stampa la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. La nomina formale dell’Ucraina a Paese candidato all’Ue, al momento, rappresenta soprattutto un gesto simbolico e di solidarietà verso Kiev, dato che la procedura durerà anni e il governo ucraino dovrà realizzare profonde riforme per adattarsi a standard e leggi europee, le cosiddette acquis.

Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, in un tweet, ha dichiarato: «Accordo raggiunto. Il Consiglio europeo ha deciso di concedere lo status di candidato all’Ue per l’Ucraina e la Moldova. Un momento storico: la giornata di oggi segna un passo cruciale nel cammino verso l’Ue. Il nostro futuro è insieme». Michel ha poi aggiunto: «Il Consiglio europeo è pronto a prendere in considerazione lo status di Paese candidato della Bosnia ed Erzegovina dopo che la Commissione avrà presentato un suo rapporto». Il presidente ucraino Zelensky, subito dopo il via libera del Consiglio Europeo, ha twittato: «È un momento unico e storico, ringrazio Charles Michel, Ursula von der Leyen e i leader dell’Ue per il sostegno. Il futuro dell’Ucraina è all’interno dell’Unione europea».

Il nodo dei Balcani

Al Consiglio è però scoppiata però la questione dei Balcani occidentali. Non è stato raggiunto, al momento, nessun risultato tangibile a causa dei veti incrociati. È il caso della Bulgaria che ha bloccato i colloqui di adesione della Macedonia del Nord e dell’Albania, malgrado i due Paesi da anni stiano portando avanti una serie di riforme, senza però riuscire a ottenere l’apertura dei negoziati. Il presidente albanese Edi Rama ha dichiarato: «È una vergogna che un Paese Nato, la Bulgaria, tenga in ostaggio altri due Paesi Nato, la Nord Macedonia e l’Albania, nel pieno di una guerra nel nostro cortile di casa e che altri 26 membri dell’Ue restino fermi e impotenti». Insomma, la questione riguarda il nodo dell’unanimità tra i Paesi e senza la quale, al momento, non è possibile vedersi riconosciuto lo status di Paese candidato. Resta aperta anche la questione sulla concessione dello status di Paese candidato alla Bosnia ed Erzegovina, con la richiesta da parte dell’Austria e della Slovenia per permettere al Paese di raggiungere quantomeno la “prospettiva europea”, così come accaduto con la Georgia. La lunga discussione che ne è derivata ha avuto l’effetto di posticipare la decisione di concedere lo status di candidato Ue a Ucraina e Moldova.

Draghi chiede Consiglio Europeo straordinario a luglio

Durante la giornata odierna, il presidente Mario Draghi, dopo un colloquio con il presidente Macron, ha proposto un summit straordinario Ue sulla crisi energetica. Tra gli obiettivi, la proposta da parte della Commissione di un price cap, un tetto massimo, che possa mettere un freno al caro-prezzi sul gas importato dalla Russia e che funzionerebbe come sanzione contro Mosca per la guerra contro l’Ucraina. Tuttavia, la proposta non è ancora stata accolta favorevolmente da tutti i leader.

I segnali positivi dei giorni scorsi

Dall’Ucraina già nei scorsi giorni erano stati rilevati importanti segnali positivi verso il placet europeo. Dapprima la visita congiunta a Kiev del presidente italiano Draghi, del presidente francese Macron e del cancelliere tedesco Scholz, tutti concordi sull’ingresso dell’Ucraina nell’Ue. E nelle scorse ore è arrivato, con un’ampissima maggioranza anche il via libera a procedere anche dal Parlamento Europeo, con l’approvazione della relazione per concedere da subito lo status di Paese candidato Ue sia all’Ucraina, sia alla Moldavia, con 529 voti favorevoli, 45 contrari e 14 astenuti.

Le posizioni dei leader dell’Ue

Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha parlato di una «giornata decisiva per il futuro dell’Unione», mentre la presidente del Parlamento Ue Metsola ha definito la giornata «storica». Il premier Draghi, arrivando a Bruxelles, non ha rilasciato dichiarazioni, malgrado sia stato tra i primi in assoluto a sostenere l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue. Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito il Consiglio Ue «storico», sottolineando che i leader dell’Ue «mostreranno ancora una volta la solidarietà all’Ucraina», oltre a «prendere anche una decisione importante per la prospettiva europea di Kiev, con l’obiettivo di creare le condizioni necessarie per intraprendere questa strada condizionale per l’Ucraina». 

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