Gas, la Germania attiva la fase di allarme del piano di emergenza: «Dobbiamo ridurre subito il consumo»
La Germania ha attivato la fase di allarme nel piano di emergenza sul gas. «Dobbiamo ridurre l’uso del gas già d’estate», ha affermato il verde Robert Habeck, vicecancelliere e ministro dell’Economia e della protezione climatica in uno statement. L’estate, ha aggiunto, è «ingannevole: l’inverno arriva e dobbiamo riempire i depositi». La decisione di attivare il piano d’emergenza sul gas, definito da Habeck «da subito in Germania un bene scarso» è stata concordata nel governo di Olaf Scholz e comunicata oggi, 23 giugno, nel giorno in cui apre a Bruxelles il vertice europeo che dovrà discutere anche il tetto al prezzo del gas per contenere gli aumenti provocati dalla crisi ucraina.
Un piano in tre step
Si entra così nella seconda fase di un piano che prevede tre step: allerta, allarme ed emergenza. La prima era scattata alla fine di marzo, quando il Cremlino aveva chiesto di pagare il gas tramite i rubli, e aveva indicato un peggioramento considerevole delle forniture (facendo inoltre schizzare alle stelle il prezzo del gas). Adesso, si prevede una domanda accresciuta o problemi alle forniture, che restano comunque assicurate: «Al momento l’approvvigionamento del gas è garantito», ha rassicurato ministero dell’Economia e del Clima.
Il terzo step, quello dell’emergenza, prevede invece che le forniture non siano sufficienti a rispondere alla domanda. La Germania prima dell’invasione russa dell’Ucraina importava il 55 per cento del suo gas dalla Russia. Adesso la percentuale è scesa al 35 per cento, e negli scorsi giorni le consegne di gas tramite il Nord Stream 1 sono scese in picchiata. Gazprom ha imputato la parziale interruzione delle forniture a un problema tecnico, ma per il governo tedesco si tratta di una «decisione politica» mirata a far salire i prezzi del gas per vendicarsi delle sanzioni occidentali. Alla domanda: «Quando si arriverà al razionamento del gas in Germania?» il vicecancelliere tedesco Habeck ha risposto «Quasi mai». Anche se, ha aggiunto, non è possibile «escludere completamente uno scenario del genere».
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