Siccità: ministeri e Regioni verso un accordo per dichiarare l’emergenza nazionale. Intanto il Mediterraneo supera i 23 gradi
«Si potrà proclamare lo “stato di eccezionale avversità atmosferica“» per il settore agricolo e «qualora il danno provocato dalla siccità superi il 30 per cento della produzione lorda vendibile». È il primo obiettivo raggiunto su proposta delle Regioni dopo la riunione di ieri al MiPAAF (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) a cui hanno partecipato il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, il sottosegretario Gian Marco Centinaio, il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e i capi gabinetto del MiPAAF e del MiTE, per fare il punto sull’emergenza siccità. Durante l’incontro l’ingegnere Curcio ha detto di essere in costante dialogo con i presidenti delle Regioni e che queste sono al lavoro per individuare i criteri tali da giustificare la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale.
Mediterraneo bollente
Intanto i segnali di allarme continuano a moltiplicarsi. Campi desertificati, fiumi ridotti a rigagnoli grigi. Tra le riserve idriche, anche quelle di acqua salata soffrono i danni incalcolabili del cambiamento climatico. Nelle ultime ore sono emersi i primi risultati del progetto CAREHeat finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea, a cui partecipano, per l’Italia, Enea e Cnr. Lo studio esamina le più recenti temperature del Mar Mediterraneo e cerchia in rosso la data del 10 maggio scorso, dies horribilis della sua storia recente. Quel giorno un’ondata di calore avrebbe innalzato la temperatura della superficie del mare di circa 4 gradi rispetto alla media del periodo 1985-2005, portandola a superare i 23 gradi. Il progetto dell’Agenzia Spaziale Europea mira a sviluppare nuove metodologie per prevedere e identificare le ondate di calore, comprenderne gli impatti su ambiente, biodiversità e attività economiche, quali pesca e acquacoltura.
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