In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ATTUALITÀCoronavirusLavoro e impresaMascherineMassimo AndreoniSanità

Verso la conferma delle mascherine Ffp2 sul lavoro a luglio: «Lasciar circolare il virus è pericoloso»

mascherine ffp2 lavoro
mascherine ffp2 lavoro
La bozza del nuovo protocollo conferma l'obbligo per chi è a contatto con il pubblico e per chi lavora a stretto contatto con i colleghi

A luglio sarà confermato l’obbligo di mascherine Ffp2 sul lavoro. Negli impieghi a contatto con il pubblico e in quelli in cui i colleghi sono troppo vicini. Ma potrebbe cambiare il limite del distanziamento sociale da un metro a due. I tecnici del ministero del Lavoro e quelli della Salute stanno mettendo su una bozza di documento che diventerà il nuovo protocollo per l’occupazione. Da sottoporre successivamente alle imprese e ai sindacati. Con una data limite: quella del primo luglio. Perché il 30 giugno scadono i vecchi protocolli. E lasciare tutti liberi fin dall’estate potrebbe essere un azzardo. Anche perché nel frattempo il contagio da Coronavirus ha ricominciato a correre. E intanto l’esperto Massimo Andreoni avverte: la strategia di lasciar circolare il virus è pericolosa.

Le nuove linee guida

A parlare oggi della nuova bozza del protocollo sul lavoro è La Stampa. Il quotidiano spiega che i tecnici di Speranza vogliono reintrodurre le Ffp2 al chiuso quando si è a contatto stretto con clienti e colleghi. Dovrebbero continuare a indossarle camerieri, baristi, sportellisti degli uffici privati e delle banche e lavoratori non protetti da barriere di vetro o plexiglass. Anche in ufficio e in fabbrica andranno tenute quando si lavora a meno di due metri di distanza uno dall’altro. Confcommercio ha già detto che in ogni caso continuerà a suggerire di indossare i dispositivi di protezione individuale ai gestori delle attività commerciali e di ristorazione.

Le nuove linee guida saranno sprovviste di alcuni divieti. Come quelli delle trasferte di lavoro. Resterà invece l’obbligo di sanificare a fine turno le scrivanie e gli oggetti che si utilizzano per il lavoro, a partire dai computer. Per i lavoratori fragili sarà ancora privilegiato lo smart working. Per il lavoro in presenza dovrebbe essere previsto il cambio di mansione in caso di impossibilità al lavoro agile. Niente limiti all’uso di aria condizionata. Almeno dal punto di vista della pandemia. Negli uffici pubblici per ora non cambia nulla. Il ministro competente, Renato Brunetta, ha già disposto la raccomandazione.

La libera circolazione del virus

Intanto il direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e primario di infettivologia a Tor Vergata Massimo Andreoni avverte: lasciar circolare il virus è un’idea pericolosa. Andreoni, in un colloquio con Alessandro Mantovani per il Fatto Quotidiano, dice che «le decisioni sono state prese in funzione del tempo anziché dell’andamento epidemico: anziché dire ‘il 15 giugno faremo’ sarebbe stato meglio aggiungere ‘se le cose vanno bene’». E aggiunge che «il virus si trasforma da pandemico in endemico non solo perché è meno aggressivo, ma anche perché c’è molta immunità naturale. In altri Paesi ha fatto più vitti#me. Ma allora è meglio farlo circolare? No».

Per il prof più il virus circola «e più muta e può andare in direzioni non gradite. Omicron ha fatto più di 30 mutazioni. I dati mostrano che Ba. 5 è più immune escape di altre varianti, sfugge meglio. E allora servono più booster vaccinali, bisogna inseguire il virus dove vuole lui». Infine, sostiene l’infettivologo, «ora ci sono questi vaccini combinati molto interessanti, ma c’è anche un disamore della popolazione verso il vaccino. L’altra banalità è che c’è il bel tempo, però in Texas o in India hanno avuto il Covid anche con il caldo. Vedo un atteggiamento diverso da giugno 2020 o 2021, quando pure l’epidemia era in un momento di bassa attività: allora la gente indossava le mascherine, ora invece dice basta. Lo capisco, ma questo determina nuove varianti più trasmissibili».

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti