J K Rowling beffata: a colloquio via Zoom con Zelensky, ma era un imitatore – Il video
La nota autrice di Harry Potter, J. K. Rowling, è finita vittima di uno scherzo da parte del duo comico russo Vovan e Lexus. I due le hanno fatto credere che stesse facendo una chiamata su Zoom con il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. A raccontarlo è la The Rowling Library sul proprio sito, e il video originale è stato diffuso su RuTube, equivalente di YouTube russo. Nel video i due dicono all’autrice che la cicatrice con il fulmine presente sulla fronte di Harry Potter sembra la “Z” simbolo di chi appoggia l’invasione russa in Ucraina e presente sui veicoli militari di Putin. Le hanno chiesto così se fosse possibile sostituirla con il tridente ucraino e lei ha risposto: «Ci penserò. Potrebbe essere utile per me fare qualcosa da sola sui social media, perché penso che finirà sui giornali».
Tra le tante assurde richieste, le hanno domandato anche se Silente fosse davvero omosessuale e si auguravano che non avesse mai avuto rapporti con persone transgender. I due comici sono noti per gli scherzi telefonici alle celebrità, tra le loro vittime passate si contano Elton John, il principe Harry, Billie Eilish, la vicepresidente Usa Kamala Harris, Bernie Sanders e George W. Bush. Il portavoce della scrittrice l’ha definito uno «scherzo sgradevole» e ha spiegato che Rowling era stata contattata per trattare della sua opera di beneficenza ai bambini e alle famiglie ucraine. Poi denunciato: «Il video, che è stato modificato, è una rappresentazione distorta della conversazione».
Leggi anche:
- Putin si paragona a J.K Rowling: «La cultura russa cancellata come l’autrice di Harry Potter». E lei lo attacca – Il video
- Harry Potter 20 anni dopo: il cast si riunisce ma la grande assente è J.K. Rowling – Il video
- La polemica continua: per J.K. Rowling siamo sull’orlo di uno «scandalo medico» sulle questioni transgender
- J. K. Rowling e le accuse di transfobia: la vendetta dei fan di Harry Potter su Tiktok – Il video
- JK Rowling, quattro autori lasciano la sua agenzia dopo le dichiarazioni sulla transessualità