Liliana Segre: «Da piccola mi dicevano “muori”, ora so che l’odio si può combattere con le parole»
La senatrice a vita Liliana Segre è stata protagonista anche dell’esame di maturità. E la traccia sul libro scritto con Gherardo Colombo si accompagna alla presentazione dei risultati della Commissione sui discorsi d’odio che la reduce dall’Olocausto fa oggi in un’intervista rilasciata a La Stampa: «Il fatto che alla fine il 18 per cento dei maturandi abbia scelto il nostro libro, “La sola colpa di essere nati”, è un segnale importante. Non tutto è perduto. L’ho trovato consolante, il coronamento di una lunga fatica e una combinazione importante con i risultati della Commissione, raggiunti all’unanimità. Cosa niente affatto scontata. È un po’ come se fossero maturati tutti quanti: studenti e parlamentari». Nel colloquio con Paolo Colonnello la senatrice ricorda: «Da piccola mi dicevano “muori”, mi ritrovai espulsa dalla scuola a 8 anni, nonostante tutto il mio amore per la maestra e la scuola diventando una bambina invisibile. Perché i crimini di odio nascono proprio con le parole. Mi è stato chiesto perché ho voluto la Commissione: questa è la risposta, perché io l’odio l’ho vissuto e tutt’ora ne sono bersaglio, tanto che alla mia età mi tocca girare ancora con la mia adorabile scorta». Infine lancia un messaggio ai giovani: «È inutile paragonare la marcia della morte a quella della vita. Sono due cose distinte e se parli con me devi accettare che nella marcia della vita non ci si può appoggiare a nessuno ma bisogna essere forti da soli. Guardare avanti senza paura. Questo dico ai ragazzi».
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