Aborto negli Stati Uniti, il monito di Emma Bonino: «Ora il rischio è di perdere conquiste che sembravano immodificabili, anche per noi»
«La sentenza della Corte Suprema dopo 50 anni cancella il diritto di aborto negli Usa a livello federale, perdendo così il livello di costituzionalità, è un richiamo forte anche per noi, donne e uomini in Italia e in Europa: sui diritti non si può mai rimanere fermi, se non si va avanti si rischia di andare indietro». Sono le parole di Emma Bonino, senatrice di +Europa, dopo la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha ribaltato la decisione presa nel 1973 sul diritto all’aborto. «Se non si conquistano maggiori spazi di libertà e responsabilità, il rischio è di perdere conquiste che sembravano immodificabili. Dobbiamo esserne tutte e tutti consapevoli, anche nelle battaglie politiche, perché non è vero che “si è tutti uguali”, specialmente sul tema dei diritti, e in particolare su quelli delle donne. Ora saranno i singoli Stati a decidere, un po’ come avviene in Europa: basti pensare a Polonia e Ungheria, oltre ai rigurgiti antiabortisti anche nel nostro Paese, a disciplinare questa libertà».
La senatrice di +Europa, ha poi aggiunto: «È sicuramente un passo indietro, e la mia solidarietà va alle donne americane che si ritrovano nella stessa situazione di decenni fa con una sentenza tutta intrisa di politica, visto che i giudici eletti erano stati nominati dall’amministrazione Trump». Di fatto, la Corte suprema statunitense detiene una netta maggioranza (sei giudici contro tre) che fa riferimento all’ala conservatrice. Di questa maggioranza fanno parte anche Neil Gorsuch, Amy Barrett e Brett Kavanaugh, tutti nominati dall’ex presidente statunitense Donald Trump.
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