Guerra in Ucraina, si allarga il caso deepfake: dopo la sindaca di Berlino, anche quello di Madrid è stato ingannato dal finto sindaco di Kiev
La prima ad aprire il caso è stata Franziska Giffey, sindaca di Berlino. Nel pomeriggio di ieri Giffey aveva in agenda una videoconferenza con Vitaly Klitschko, il sindaco di Kiev. La conversazione è iniziata come da programma, i due si sono scambiati qualche battuta ma subito sono arrivati i sospetti. Quando Klitschko ha cominciato a parlare di rifugiati ucraini, la sindaca di Berlino si è accorta che qualcosa non stava funzionando. Ha interrotto la telefonata: dalle prime ricostruzioni si è capito che Giffey stava parlando con un deepfake, una versione totalmente virtuale del sindaco di Kiev in grado di riprodurre sia la voce che i movimenti del viso. Ora l’agenzia ucraina Ukrinform ha diffuso una ricostruzione secondo cui Giffey non sarebbe l’unica vittima di questa trappola.
Anche il sindaco di Madrid José Luis Martinez-Almeida è incappato nella stessa truffa, un inganno per cui il vero Vitaly Klitschko ora incolpa la Russia: «Mosca pratica la guerra su tutti i fronti compreso quello della diffusione di disinformazione per mettere politici ucraini in cattiva luce, mettendoli contro i loro partner occidentali con lo scopo di interrompere gli aiuti dell’Occidente all’Ucraina». Klitschko ha citato nello specifico l’uso delle tecnologie deepfake: «Siccome i nostri amici reagiscono prontamente e ci appoggiano, i sindaci di Berlino e Madrid hanno acconsentito a parlare con noi. E con l’aiuto della tecnologia deepfake, il colpevole ha parlato con loro fingendosi me».
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