Verso il G7 di Elmau, gli Usa accelerano sul price cap sul petrolio russo. Fonti Ue: «Non è escluso un intervento a completamento delle sanzioni»
Durante il Consiglio europeo conclusosi ieri, la proposta del presidente Draghi di introdurre un price cap sul gas importato dalla Russia, ha subìto una temporanea battuta d’arresto. Malgrado il premier italiano abbia ribadito l’importanza di agire rapidamente, richiedendo peraltro un vertice speciale a luglio, diversi membri del Consiglio europeo si sono detti contrari all’accelerazione, rimandando il confronto a ottobre. A luglio arriverà invece un piano della Commissione Europea per ridurre la domanda energetica dell’Ue, da cui dovrebbe restare escluso il tetto massimo sul gas. «Sono stati fatti comunque passi in avanti», ha dichiarato il premier alla conclusione del Consiglio, sottolineando però che il rinvio all’autunno potrebbe rivelarsi troppo tardivo. Il premier italiano ha comunque assicurato: «Se la situazione dovesse aggravarsi, verrà convocato un Consiglio europeo straordinario». Ma la formulazione del price cap non riguarda solo il gas, ma anche il petrolio.
Alla vigilia del G7 che si terrà dal 26 al 28 giugno a Elmau, in Germania, gli Stati Uniti hanno deciso di porre sul tavolo la questione del price cap al petrolio da Mosca. La Russia infatti sta continuando a vendere il proprio greggio a Paesi come l’India e la Cina. Una mossa, quella degli Usa, che potrebbe spingere anche l’Unione Europea nella stessa direzione, inasprendo dunque le sanzioni contro Mosca. Alcune fonti europee, però, non si sbilanciano, spiegando che «al momento, non risulta che ci sia un grande appetito per riaprire il sesto pacchetto di sanzioni, ossia quello che colpisce il petrolio russo» con un embargo parziale. Al contempo, però, non è escluso in toto che i leader optino per un intervento più «specifico, magari a completamento delle sanzioni». Insomma, «i leader possono discutere di tutto, ma poi bisogna attuare le decisioni».
La Cnn: «I leader annunceranno il divieto di importazione dell’oro russo»
Secondo quanto riferito da fonti vicine al presidente statunitense Joe Biden, citate dalla Cnn, tra le nuove sanzioni contro Mosca, i leader del G7 avrebbero concordato il divieto di importazione di nuovo oro dalla Russia. Dopo l’energia, l’oro rappresenta infatti la seconda più grande fonte di reddito da export di Mosca. Nei prossimi giorni, il Dipartimento del Tesoro statunitense emetterà un’ordinanza che vieterà l’importazione d’oro russo negli Stati Uniti e che, secondo le fonti interpellate dal network statunitense, «isolerà ulteriormente la Russia dall’economia globale, impedendo la sua partecipazione al mercato dell’oro».
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