Giuseppe Conte convoca il consiglio nazionale del M5s. Collegato anche Beppe Grillo: «Ho aderito a una nuova religione, l’altrovismo»
Alla vigilia dell’arrivo a Roma del co-fondatore del M5s, Beppe Grillo, e nel mezzo delle ultime ore utili per il voto per i ballottaggi delle elezioni comunali, alle 21.30, Giuseppe Conte ha convocato su Zoom il Consiglio nazionale del M5s, con ordine del giorno «comunicazioni del presidente». Presente anche il garante del MoVimento Grillo che, intervenendo durante la riunione, ha ironizzato: «Ho aderito a una nuova religione, l’altrovismo». L’ex premier domani incontrerà vis-a-vis il garante pentastellato e verranno affrontati diversi nodi cruciali per il futuro del MoVimento. In primis Conte e Grillo faranno il punto sullo stato del M5s dopo la scissione di Luigi Di Maio e la creazione di Insieme per il Futuro, oltre al progetto del ministro degli Esteri in vista delle Elezioni del 2023 di unirsi al “grande centro”, i cui connotati e soprattutto i contenuti sono però ancora tutti da definire.
Ci sono però ancora diversi eletti tra le fila del M5s che non hanno ancora deciso se seguire i dimaiani o rimanere nel MoVimento. Inoltre, il garante e il presidente del M5s dovranno decidere la data d’inizio per le votazioni degli iscritti sul secondo mandato e, contestualmente, quella per la designazione dei referenti territoriali in seno al Consiglio nazionale per i quali si è chiusa la fase delle autocandidature. Ma la questione del tetto del secondo mandato resta cruciale, dato che da più parti è considerata una delle cause dell’addio al M5s del ministro degli Esteri. Luigi Di Maio, di fatto, nel 2023 vedrebbe concludersi il suo secondo mandato da eletto M5s, così come previsto dall’attuale Statuto del MoVimento. Non si escludono però possibili deroghe. Tuttavia il pentastellati smentiscono l’indiscrezione, sostenendo che nel corso della riunione non si è parlato di possibili deroghe al secondo mandato e sottolineando che il tema «non è in agenda».
Il M5s valuta il ritorno delle proteste in piazza su armi, salario minimo e ambiente
In agenda, invece, ci sarebbe invece la discussione sul ritorno delle proteste in piazza, a partire dalla contrarietà all’invio e uso delle armi, ormai conclamato fronte di divisione tra M5s e governo, anche se i pentastellati hanno ormai votato a favore del Dl Ucraina, sia alla Camera sia al Senato (prima della scissione). Ma non solo. I grillini starebbero pensando di tornare in piazza anche per il salario minimo e per i temi ambientali. «Ce lo chiedono gli iscritti e i territori, c’è molta voglia di tornare a incontrarci per rilanciare le nostre battaglie», spiega una parlamentare.
Di Nicola (IpF): «Il limite dei due mandati cadrà, sarà la giravolta finale»
Il capogruppo al Senato di Insieme per il Futuro, Primo Di Nicola, quest’oggi ha ipotizzato che il tetto massimo dei due mandati cadrà: «Riusciranno anche a convincere Grillo che l’ultimo principio portante del M5s dovrà venir meno, grazie alle deroghe per gli amici: sarà la giravolta finale. Comunque sono fatti loro, non ci riguardano e non interessano agli italiani che hanno altre priorità», ha sottolineato il senatore dimaiano. Tra i “derogabili” potrebbe esserci l’attuale sottosegretario al ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili del governo Draghi, Giancarlo Cancelleri, uno dei possibili candidati alle primarie per le regionali in Sicilia, che si terranno il prossimo 23 luglio. Una candidatura che troverebbe anche il sostegno del centrosinistra.
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