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Russia, le sanzioni bloccano i pagamenti: Mosca a poche ore dal default. Non accadeva dal 1918

26 Giugno 2022 - 17:27 Redazione
Allora con la rivoluzione bolscevica non erano stati saldati i debiti contratti dagli zar

La prima scadenza era fissata al 27 maggio. Da quel momento per Mosca è cominciato un mese di garanzia che si concluderà nelle prossime ore. La Russia sta scivolando verso il default, una condizione in cui lo Stato non è più in grado di pagare i suoi debiti. Il termine richiama subito alla memoria una lunga serie di disastri economici, a partire dalla crisi dell’Argentina per arrivare a quella vissuta dalla Grecia. Per la Russia però la situazione è ancora più complessa perché i soldi ci sono ma non è chiaro come possano arrivare agli investitori esteri.

Secondo l’agenzia di stampa Reuters, Mosca ha cercato di mantenere i pagamenti attivi per circa 40 miliardi di dollari di obbligazioni nonostante l’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Un’operazione che però è stata interrotta dalle sanzioni che di fatto hanno escluso la Russia dal sistema finanziario occidentale. Ora il problema riguarda una rata di interessi da 100 milioni di dollari che erano in scadenza il 27 maggio. Nello specifico questa cifra riguarda due obbligazioni: una in dollari e un’altra in euro.

L’accusa di Mosca sul default artificiale

L’ultima volta che Mosca non ha pagato i suoi creditori è stata nel 1918 quando con la rivoluzione bolscevica non sono stati rispettati i debiti fatti dagli zar. Anche se parte di quei debiti vennero poi risarciti negli anni ’90, come raccontava la Repubblica in un articolo del novembre 1996. Dennis Hranitzky, dello studio legale Quinn Emanuel, ha detto a Reuters: «Da marzo pensiamo che un default russo sia probabilmente inevitabile, la domanda era quando». Takahide Kiuchi, della Nomura Research Institute di Tokyo, ha aggiunto: «Il default è simbolico. Già da ora, la Russia non può prendere in prestito soldi dalla maggior parte dei paesi stranieri».

Nonostante fosse atteso, il default della Russia avrà pesanti ripercussioni per il Cremlino: potrebbero aumentare i costi dei prestiti, in qualunque modo si evolva la guerra all’Ucraina. Il Cremlino sostiene che questa situazione non possa essere definita come default, perché il ministero delle Finanze russo ha già effettuato i pagamenti, sia in euro che in dollari. Ma i fondi disposti non possono arrivare ai creditori. L’ultimo particolare riguarda la scadenza del mese di garanzia per l’obbligazione di 100 milioni di dollari: non è chiarissimo quale sia il termine esatto, se allo scattare della mezzanotte o al termine del giorno lavorativo. Mosca potrebbe avere ancora qualche ora.

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