Tommasi conquista Verona, è il nuovo sindaco con il 53% dei voti: «Siamo pronti a cose difficili»
L’ex calciatore e sindacalista Damiano Tommasi è stato eletto sindaco di Verona con il 53,38% dei voti. Il candidato, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra capitanata dal Pd, al ballottaggio ha convinto i veronesi più di Federico Sboarina, appoggiato da Lega e Fratelli d’Italia, che ha raccolto il 46,62% dei consensi. Un risultato notevole nella città scaligera, uno storico fortino del centrodestra.
«Siamo pronti a voltare pagina»
Intervistato subito dopo la notizia della vittoria, il neo eletto sindaco ha dichiarato: «Mi auguro che la gente possa prendersi il ruolo di protagonista a Verona, perché la città lo merita. Io spero di essere parte di questo progetto in maniera importante». Sovrastando il giubilo dei suoi sostenitori, Tommasi ha continuato: «Sappiamo cosa abbiamo fatto, se c’è questo entusiasmo è perché non era semplice, ma ci siamo messi in gioco per fare quello che Verona aspettava da tanto tempo. Siamo pronti a fare cose difficili». Il sindaco di Verona ha anche fatto sapere di aver sentito l’avversario Sboarina, con il quale «ci vedremo presto».
Riguardo lo storico cambio di colore della città dell’Arena, Tommasi ha detto: «Verona e la sua storia raccontano un altro tipo di maggioranza, ma siamo pronti a voltare pagina». Tommasi ha poi fatto riferimento al suo modo di fare campagna elettorale, spesso definita scevra di esagerazioni nei confronti degli avversari: «Non si può continuare a fare politica parlando contro, attaccando, denigrando. La gente ha bisogno di altro», ha concluso. Ricordando la promessa fatta a metà giugno, quando aveva dichiarato che in caso di vittoria sarebbe andato in bicicletta fino al passo dello Stelvio, Tommasi ha assicurato: «La bici è pronta». A Tommasi sono arrivati i complimenti del Ministro alla Salute Roberto Speranza, che ha twittato una foto del sindaco che esulta ai tempi della Roma.
— Roberto Speranza (@robersperanza) June 26, 2022
Sboarina: «Con Tosi avrei preso ancora meno voti»
Anche il sindaco uscente Federico Sboarina ha commentato il risultato delle elezioni. Incalzato dai giornalisti, che gli domandavano se presentarsi diviso dal candidato di Forza Italia Flavio Tosi (anche lui ex sindaco) abbia influito sul risultato ha dichiarato: «Probabilmente avrei preso ancora meno voti, le persone non avrebbero capito un accordo di palazzo con Flavio Tosi: sarebbe stato incomprensibile. Lui è stato la mia opposizione principale». Sboarina ha dichiarato di aver sentito telefonicamente Tommasi al quale ha detto che: «Farò opposizione non per non fargli fare le cose, ma per fare in modo che le tante cose che abbiamo già messo in cantiere possano andare avanti. In questi cinque anni sono stati posti fondamentali per una crescita importante». Ricordando il suo periodo da primo cittadino, il candidato di Lega e FdI ha usato una metafora calcistica: «Sicuramento ho commesso degli errori, magari ho sbagliato un gol facile. Ma so di aver dato tutto in campo, non ho mai tirato indietro la gamba, ho dato tutto per la mia città».
L’affluenza
L’affluenza a Verona è del 46,8%, al primo turno era del 54,30%. Il dato è quindi in calo rispetto al 12 giugno, ma quello del capoluogo scaligero è comunque il voto più partecipato tra le città al ballottaggio. I voti sono stati conteggiati in tutte le 265 sezioni della città dell’Arena.
Il primo turno
Al primo turno del 12 giugno, Tommasi, sostenuto da una coalizione di centrosinistra aveva raccolto il 39,8% delle preferenze, guadagnandosi un posto al ballottaggio contro il sindaco uscente Federico Sboarina, sostenuto da solo una parte del centrodestra – Lega e Fratelli d’Italia – che aveva ottenuto il 32,7 per cento dei voti. Forza Italia sosteneva invece Flavio Tosi, anche lui ex primo cittadino della città dell’Arena, che però non è arrivato al secondo turno, avendo ottenuto il 23,8% delle preferenze. Sboarina aveva fatto sapere di non essere intenzionato a un’alleanza propostagli da Tosi, che il candidato della Lega e FdI aveva definito «una logica di palazzo».
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