Omicron, la nuova ondata: l’80% dei pazienti ricoverato per altri motivi. Locatelli: «Vaccino in autunno agli over 60»
Otto ricoverati positivi al Coronavirus su dieci sono in ospedale per altri motivi. Nove volte su dieci si tratta di soggetti vaccinati con almeno due dosi. Mentre si affastellano le previsioni più fosche sulla nuova ondata della pandemia guidata dalla variante Omicron 5 e sui tre milioni di positivi, la Società Italiana di Rianimazione (Siaarti) guidata da Antonello Giarratano spiega che la fotografia dell’emergenza negli ospedali è molto cambiata rispetto a due anni fa. Secondo le prime stime l’80% dei ricoverati in terapia intensiva è lì per altre patologie. Per esempio ictus, ipertensione polmonare, insufficienza cardiaca. E risulta occasionalmente positiva al tampone. Questi ricoverati hanno in media 75 anni. E al 90% sono vaccinati con due dosi. Ma il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli intanto propone il vaccino in autunno a tutti gli over 60.
I numeri di Siaarti
Dei numeri di Siaarti sui ricoveri parla oggi il Corriere della Sera. «I pazienti che vengono da noi per polmonite da Covid sono molto rari», spiega Giarratano al quotidiano. «La grande maggioranza arriva per altre patologie che compromettono le funzioni vitali. Ad esempio ictus, ipertensione polmonare, insufficienza cardiaca oppure traumi e interventi. Risultano occasionalmente positivi al tampone. In certi casi il virus della pandemia agisce come quelli dell’influenza. Favorisce gli scompensi di persone già molto fragili», conclude. Dello stesso avviso è Massimo Antonelli, direttore del dipartimento di anestesia e rianimazione dell’ospedale Gemelli: «I ricoveri sono limitati e ben distribuiti tra gli ospedali. Il paziente colpito da insufficienza respiratoria grave causata dal Covid non lo vediamo quasi più, in parte grazie alle vaccinazioni che proteggono dai sintomi severi, in parte perché le sottovarianti di Omicron oggi circolanti attaccano raramente i polmoni e si fermano alle prime vie respiratorie».
Il bollettino di ieri ha contato 48.456 nuovi casi di Covid-19 in Italia (il giorno prima erano stati 56.386). 18.234.242 è il numero di persone che hanno contratto il virus (compresi guariti e morti) dall’inizio della pandemia. Nell’ultima settimana i positivi sono arrivati a più di 350 mila, con un incremento che ha sfiorato il 60%. 381 i decessi in una settimana (erano stati 330 in quella precedente). In Lombardia ci sono 15 posti letto occupati da malati positivi al Coronavirus. Ma la maggior parte è entrata in ospedale con altre patologie. Come conferma Giacomo Grasselli, responsabile della Rianimazione al Policlinico di MIlano: «È raro vedere polmoniti da virus, il vaccino protegge dalle forme gravi i pazienti fragili. Ora che la curva dei contagi è in rialzo però aumentano le persone in attesa di interventi programmati che scoprono di essere positive con il test in ospedale».
Il nuovo vaccino
Intanto però Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità ed ex Cts, propone una nuova vaccinazione in autunno. Per i fragili e per chi ha più di 60 anni: «È chiaro che grazie alle vaccinazioni, ma anche a una minor capacità di Omicron di infettare le cellule degli alveoli polmonari, le manifestazioni cliniche sono meno gravi. Non significa però che non ci possa essere un numero rilevante di ricoveri, che non a caso adesso sono saliti sopra i 5.000, oltre a un certo numero di morti. Siamo a più di 30 mila decessi dall’inizio dell’anno. Alla luce di questi dati e dell’elevata circolazione virale, ritengo che i contagiati debbano rimanere a casa. Anche perché è evidente che i numeri sono sottostimanti. Tantissimi positivi fanno il test da soli e non entrano nei numeri ufficiali», spiega in un colloquio con Michele Bocci di Repubblica.
Per Locatelli la pandemia va verso l’endemizzazione. Secondo il professore non c’è necessità di introdurre di nuovo l’obbligo vaccinale: «Quella è una pagina chiusa. Per me l’obbligo è necessario solo per i sanitari». Mentre anche chi si è ammalato dovrà ricevere il booster: «Un contagio dopo le prime tre dosi è come una dose booster. Conferisce una protezione che, tuttavia, dopo un certo numero di mesi, anche in funzioni di quali varianti emergono, può scendere». Mentre il richiamo autunnale potrebbe non essere l’ultimo: «Ci vorrebbe la sfera di cristallo per dirlo. Più passa il tempo e più l’impatto della pandemia si attenua. Tutto dipenderà da eventuali nuove varianti, anche se va detto che, nell’ultimo periodo, ogni nuova forma del virus è stata meno patogena della precedente».
Le mascherine sul lavoro
Oggi avrà luogo un incontro tecnico tra ministero del Lavoro, della Salute e Inail. Si parlerà dell’aggiornamento del protocollo di sicurezza anti-Covid nei luoghi di lavoro. Che, al momento, è ancora in vigore e prevede tra le altre misure l’obbligo delle mascherine nei casi di condivisione degli ambienti. Sul fronte delle cure, la maggiore trasmissibilità di Omicron 5 e l’aumento delle infezioni vede una nuova corsa in farmacia per farmaci e tamponi ma, dice il segretario nazionale di Federfarma, Roberto Tobia, «questo non si sta traducendo in nuove code». Sale la richiesta di tamponi fai-da-te ma anche dei tamponi con notifica effettuati dai farmacisti. Mentre su una possibile carenza di farmaci con ibuprofene «al momento – afferma Tobia – non mi sento di dire che c’è un problema di carenza a livello nazionale, fermo restando che in particolari territori, come può essere Roma, ci possa essere questa difficoltà».
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