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Caso Epstein, Ghislaine Maxwell condannata a 20 anni. Era lei che adescava le minorenni per il miliardario

28 Giugno 2022 - 21:20 Gaia Terzulli
A stabilire la pena è stata una giuria di New York. L'accusa aveva chiesto una condanna più grave: dai 30 ai 55 anni. Decisive le testimonianze delle vittime, minorenni all'epoca dei fatti, tra cui Virginia Giuffre

Ghislaine Maxwell è stata condannata a 20 anni di carcere. Lo ha deciso la giudice Alison Nathan sei mesi dopo che una giuria di New York ha ritenuto la donna colpevole di aver adescato e manipolato minorenni, tra il 1994 e il 2004, perché fossero sessualmente abusate da Jeffry Epstein, finanziere ed ex fidanzato di Maxwell, suicidatosi in cella nell’estate del 2019 mentre attendeva un processo per la stessa vicenda. «È il più grande rammarico della mia vita aver conosciuto Epstein», ha detto la Maxwell prima della lettura della sentenza. La donna, che mentre ascoltava il pronunciamento della giudice indossava un’uniforme carceraria blu e aveva le caviglie incatenate, ha definito l’ex fidanzato «un uomo manipolativo, furbo e padrone di sé» che ha ingannato tutti coloro che era riuscito ad attirare nella sua orbita. Si è anche detta «dispiaciuta» per il dolore che le sue vittime hanno subito.

L’accusa e le testimonianze delle minorenni abusate

Alla lettura della sentenza hanno assistito anche Annie Farmer e una donna nota come “Kate”, due delle quattro accusatrici di Maxwell. Sono state loro a inchiodarla con testimonianze impavide e strazianti che hanno convinto la giuria. L’accusa aveva chiesto una condanna tra i 30 e i 55 anni di reclusione, insistendo sulla condotta «scandalosamente predatoria» e sullo «spietato disprezzo per gli altri esseri umani» che avrebbero contraddistinto l’ex fidanzata di Jeffry Epstein. «È stata una criminale calcolatrice, sofisticata e pericolosa che predava ragazzine vulnerabili e le istruiva per gli abusi sessuali», avevano attaccato i pubblici ministeri nella requisitoria, facendo riferimento al fatto che le vittime fossero in genere minorenni povere e con storie difficili alle spalle.

Il caso Virginia Giuffre

Tra le testimonianze decisive per la giuria newyorkese, quella di Virgina Giuffre, 38 anni, minorenne all’epoca dei fatti come molte delle accusatrici. La donna ha sostenuto di essere stata sistematicamente abusata da Maxwell, che «mi aveva ingaggiata, spiegato che cosa fare, addestrata a diventare una schiava sessuale». Un resoconto accolto in pieno dall’accusa, che ha definito Maxwell «il braccio destro di Epstein, consapevole di quello che stava facendo».

Gli argomenti della difesa

La difesa, di contro, aveva chiesto una pena «ben al di sotto dei 20 anni», non superiore ai 5-6, sostenendo che la donna fosse il capro espiatorio dei crimini di Epstein e facendo leva su un’infanzia tormentata e segnata dal trauma del «padre prepotente, narcisista ed esigente». Un riferimento a Robert Maxwell, ex magnate dell’editoria ed ex deputato britannico, morto cadendo dal suo yacht in circostanze misteriose. Secondo la difesa, l’ex fidanzata di Epstein sarebbe stata «vulnerabile» nei suoi confronti, avendolo conosciuto subito dopo la morte del padre. La stessa difesa aveva anche tentato inutilmente di far annullare il processo per la mancata dichiarazione di un giurato di essere stato vittima di abusi.

E aveva lamentato le terribili condizioni a cui sarebbe stata sottoposta Maxwell durante la detenzione nel Metropolitan Detention Center di Brooklyn, paragonandole a quelle di Hannibal, il serial killer interpretato da Anthony Hopkins nel film Il silenzio degli innocenti. Dal 26 giugno la donna è una sorvegliata speciale nel carcere perché si teme possa tentare il suicidio come fece a suo tempo l’ex fidanzato. Tuttavia, una perizia psichiatrica esclude che abbia intenzioni suicidarie.

L’entourage di Maxwell ed Epstein

Si conclude così, almeno per ora, uno dei processi che negli ultimi 30 anni ha fatto più scalpore in America e nel mondo, in particolare nel Regno Unito, Paese in cui Maxwell vantava amicizie altolocate, perfino a Buckingham Palace. Nel suo giro e in quello di Epstein erano entrati, tra gli altri, Bill Clinton, Bill Gates, Donald Trump e il principe Andrea, che ha pagato un indennizzo milionario per chiudere la causa per molestie intentatagli da Virginia Giuffre. Una causa che aveva creato non poco imbarazzo nella corte inglese.

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