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Il Fatto: il M5s non ha i soldi per pagare la consulenza da 300 mila euro di Beppe Grillo

28 Giugno 2022 - 06:46 Redazione
beppe grillo consulenza 300 mila euro
beppe grillo consulenza 300 mila euro
Il tesoriere grillino punta il dito sulle uscite dal gruppo. Una ventina di dimaiani ha lasciato 600 mila euro di debiti

Nelle more della calata di Beppe Grillo a Roma per rimettere ordine nel Movimento 5 Stelle dopo l’addio di Di Maio scoppia il problema dei soldi. Il partito e il suo garante hanno infatti stipulato nelle scorse settimane un accordo un accordo commerciale: 300 mila euro annui per pubblicare gli interventi degli esponenti di spicco sul suo blog. Ma, racconta oggi Il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Luca De Carolis, c’è un problema. Quello evidenziato dal suo tesoriere Claudio Cominardi: con tutte queste uscite il M5S non sa come potergli garantire i 300 mila euro dell’accordo con Conte. E questo perché le risorse latitano. E nell’incertezza c’è chi ha bloccato i bonifici delle restituzioni, come conferma un veterano del Movimento al giornale.

Il problema sono i 600 mila euro di debiti lasciati dai fuoriusciti. Tra i parlamentari che seguiranno il ministro degli Esteri in Insieme per il Futuro, infatti, una ventina lascia il M5s senza aver onorato gli impegni sulle restituzioni. E apre anche un buco nei conti, visto che con il calo della consistenza numerica dei gruppi alla Camera e al Senato arriveranno anche meno soldi dal parlamento. I grillini potrebbero a questo punto provare la via della multa per i voltagabbana. Ovvero far pagare a Di Maio (che l’aveva istituita) & Co. la contravvenzione da 100 mila euro per chi lascia il gruppo grillino.

Intanto c’è maretta anche sul divieto di terzo mandato. L’idea di Grillo è di concedere poche deroghe e molti grillini rischiano di rimanere senza posti. Il Garante ha proposto una via d’uscita: rimanere nel partito come professori a contratto della scuola di formazione M5s. Ma, spiega la Repubblica, sull’ipotesi non sembra esserci molto entusiasmo. Appena la voce si è diffusa, nelle chat M5S circolavano messaggi come questo: «Non voglio la carità. Pensa che abbiamo bisogno di soldi??? L’unico a prendere consulenze è lui».

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