Potenza, in un piccolo comune il sindaco apre un bando pubblico per cercare un’assessora donna. Le critiche: «È parità di genere?»
A Ruoti, comune da poco più di 3.300 abitanti in provincia di Potenza, il sindaco Franco Gentilesca ha fatto ricorso ad un avviso pubblico «per la presentazione di candidature per la nomina di una persona di sesso femminile alla carica di assessore». Proprio così. Eletto primo cittadino da pochi giorni, Gentilesca ha appena nominato la giunta affidando a una donna la carica di vicesindaco e alcune importanti deleghe. Avrebbe voluto nominare anche un’assessora, ritenendo che una sola donna fosse troppo poco per una squadra gender balanced, ma non ha trovato nessuna candidata papabile.
I requisiti per la candidatura
Ecco, dunque, l’avviso pubblico, in cui i sindaco sottolinea« di aver fatto ogni tentativo per dare maggiore rappresentanza alle donne, nel rispetto delle leggi e delle sentenze di Consiglio di Stato e Tar, ma che alcune si sono dette indisponibili». Mentre non si conoscono le ragioni di tale reticenza, siamo in grado di risalire ai requisiti richiesti dal neo sindaco per ricoprire la carica di assessora. Le donne interessate – si legge nell’avviso pubblico – dovranno condividere «i valori etico-politici della maggioranza eletta», garantire «impegno quotidiano e flessibilità di orario», «possedere comprovate competenze culturali e tecnico-amministrative desumibili dal curriculum vitae » e «avere un significatico legame con il territorio del Comune di Ruoti».
Questo accanto a caratteristiche di natura legale e amministrativa, come l’essere in regola con il pagamento delle tasse e il non aver riportato condanne penali né aver subito processi penali ancora in corso. La potenziale futura assessora non dovrà, infine, avere rapporti di parentela risalenti fino al terzo grado né con il sindaco né con i candidati in altre liste concorrenti alle ultime elezioni amministrative.
L’attacco della Conferenza delle donne democratiche
Gentilesca ha specificato che «sarà libero di accettare o meno le candidature ricorrendo, ove ritenuto necessario, anche a colloqui con le interessate». Un’iniziativa che, perlomeno nelle intenzioni, vorrebbe essere inclusiva e democratica e che invece è stata duramente criticata dalla Conferenza delle donne democratiche. «La decisione del sindaco di Ruoti è veramente una nota stonata che indigna», ha attaccato l’associazione: «Chi pensa che la parità di genere sia un obiettivo raggiunto, erra».
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