L’ultima telefonata Macron-Putin prima dell’invasione in Ucraina, l’accordo sul vertice con Biden e le bugie sulle truppe al confine
A quattro giorni dall’invasione russa in Ucraina, la telefonata tra il presidente francese Emmanuel Macron e quello russo Vladimir Putin si era svolta con toni che, riletti oggi, appaiono surreali per quanto distesi e cordiali, dopo un inizio indubbiamente più teso. Nel testo integrale pubblicato dal Foglio in Italia, Putin si dice disponibile al dialogo sulla questione ucraina. Al punto anche di voler accelerare un incontro con Joe Biden, con la mediazione di Macron che insiste perché innanzitutto la «situazione sia sotto controllo». Era il 20 febbraio scorso, Putin garantiva che le esercitazioni militari al confine con l’Ucraina «stavano andando secondo i piani», assicurando che sarebbero finite quella sera stessa: «Sì, probabilmente stanotte – aveva risposto Putin – e sicuramente lasceremo una presenza militare al confine finché la situazione nel Donbas non si sarà calmata. La discussione sarà condotta in consultazione con i ministeri della Difesa e degli Esteri». Quattro giorni dopo, ci sarà l’invasione.
L’inizio della telefonata è comunque teso, con Putin evidentemente seccato che definisce quello ucraino come un governo frutto di un colpo di stato: «la gente è stata bruciata viva, è stato un bagno di sangue e Zelensky è uno dei responsabili. Ascoltami bene: il principio del dialogo è tenere conto degli interessi dell’altra parte. Le proposte esistono, i separatisti, come li chiamate voi, le hanno trasmesse agli ucraini, ma non hanno ricevuto alcuna risposta. Dov’è il dialogo?». Macron prova a farlo ragionare, lo richiama agli impegni degli accordi di Minsk. Ma Putin insiste difendendo i «separatisti come li chiamate voi» che hanno reagito alle proposte delle autorità ucraine. Hanno risposto, ma le stesse autorità non hanno dato seguito alla richiesta».
Macron: Quindi ok: sulla base della loro risposta ai testi ucraini, quello che propongo è di chiedere a tutte le parti un incontro nell’ambito del gruppo di contatto per continuare ad andare avanti. Possiamo chiedere che questo lavoro venga svolto domani e pretendere che tutte le parti coinvolte si presentino. Tuttavia, negli ultimi due giorni, i separatisti non hanno voluto partecipare a questa discussione. Posso chiederlo a Zelensky. Siamo d’accordo su questo? Se sì, chiederò un incontro domani.
Putin: Quindi, per essere chiari, non appena avremo riattaccato, studierò queste proposte. Ma fin dall’inizio avremmo dovuto fare pressione sugli ucraini, ma nessuno ha voluto farlo.
Macron: Ma sì, sto facendo del mio meglio per spingerli, lo sai.
Putin: Lo so, ma purtroppo non funziona.
L’incontro con Biden
Nella conversazione, Macron insiste su due punti principali: che la situazione al confine ucraino-russo non degeneri e su un incontro tra il capo del Cremlino e quello della Casa Bianca. Putin arriva addirittura a invertire le priorità, spingendo per incontrare Biden al più presto: «Grazie mille Emmanuel. E’ sempre un grande piacere e un grande onore parlare con le tue controparti europee e con gli Stati Uniti. E mi piace sempre parlare con te perché abbiamo un rapporto di fiducia. Quindi, Emmanuel, ti propongo di invertire le cose. Prima di tutto, è necessario preparare l’incontro in anticipo. Solo dopo potremo parlare, perché se veniamo così, a parlare di tutto e di niente, saremo rimproverati di nuovo». Macron insiste per incassare un via libera già in quel momento, Putin gli risponde che «prenderà in considerazione la proposta», ma in linea di massima: «sul principio sono d’accordo», ha detto.
Delegati francesi e russi si sarebbero poi confrontati per «finalizzare un testo comune – ha detto Macron – una specie di comunicato alla fine di questa telefonata». A quel punto però Putin chiude sbrigativamente: «Per non nasconderti nulla, vorrei andare a giocare a hockey su ghiaccio perché ti sto parlando dalla palestra prima di iniziare l’allenamento. Chiamerò prima i miei consiglieri».
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