Questo ragazzo cosparso di svastiche è un detenuto bielorusso, non un combattente ucraino
La decisione di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina è stata da lui stesso giustificata come una «missione per denazificare» il territorio di Kiev. Per supportare questa tesi, vengono periodicamente lanciate accuse di nazismo ai militanti ucraini e non solo. A volte però nel tentativo di spingere questa narrazione, vengono utilizzate fake news o fotomontaggi, oppure si trasportano nel contesto attuale foto scattate in un altro periodo e in altre parti del mondo: l’ultimo caso riguarda un’immagine che a detta di alcuni utenti ritrarrebbe un «detenuto di Donetsk», con varie svastiche tatuate sulle braccia, sulla mano e sul petto. Ma la vera storia della foto è un’altra.
Per chi ha fretta:
- Una foto ritrae un uomo oggetto di una visita medica, coperto di tatuaggi di svastiche.
- L’immagine viene condivisa affermando che si tratta di un combattente ucraino detenuto nell’autoproclamata Repubblica di Donetsk.
- In realtà la foto risale al 2005, e non ritrae un combattente ucraino, bensì il prigioniero di un carcere in Bielorussia.
Analisi
Una foto pubblicata il 29 giugno ha ottenuto 970 likes, 550 condivisioni e 189 commenti in meno di 24 ore. Nell’immagine si vede un medico in divisa che ausculta con uno stetoscopio un giovane ragazzo. Sul corpo di quest’ultimo, sono visibili almeno tre svastiche: una sul petto, una sul braccio sinistro e una sulla mano sinistra. A suscitare scalpore è il fatto che, a detta dell’utente che l’ha pubblicata, si tratterebbe di un «detenuto» nell’autoproclamata Repubblica di Donetsk. La tesi è che si tratti dunque di un combattente ucraino. «Dai tatuaggi si evince chiaramente la sua estrazione ‘kantiana’», conclude ironicamente il post.
I commenti si scatenano: «Questi sono dei malati di mente da rinchiudere», «Li volete in Europa questi???», «In Siberia subito!!!». La notizia è scritta sulla falsariga di un Tweet in lingua inglese apparso lo scorso 21 giugno, in cui la stessa foto veniva accompagnata dalla scritta: «Il militante di Azov riceve un controllo medico in un campo di concentramento russo della DPR».
Non è un combattente ucraino
La vera storia di questa foto, tuttavia, è un’altra: una ricerca per immagini ci porta facilmente a scoprire che il luogo e il tempo in cui è stata scattata non c’entrano nulla con l’attuale conflitto in Ucraina. L’immagine risale infatti a 17 anni fa: è stata scattata il 22 giugno 2005, in Bielorussia. Realizzata dal fotografo Viktor Drachev per l’agenzia AFP, raffigura un medico carcerario bielorusso mentre sottopone a controllo il ragazzo coperto di tatuaggi nazisti. Si tratta di un prigioniero della 15a prigione nella città di Mogilyev, a circa 200 km da Minsk. L’agenzia aggiunge che grazie all’amnistia concessa per il 60° anniversario della fine della seconda guerra mondiale, 5.000 prigionieri sono stati rilasciati entro un anno dallo scatto.
I precedenti
Quello dei nazisti spacciati come soldati ucraini è tuttavia un filone molto popolare: avevamo in passato trattato, per esempio, il caso del presunto capo della polizia di Kiev, rivelatosi essere un pregiudicato di San Pietroburgo, che secondo fonti estoni sarebbe stato già utilizzato da Mosca per inquinare le manifestazioni politiche nel 2017.
Soltanto pochi giorni prima della bufala che abbiamo appena raccontato, è stato il turno di un altro uomo, ritenuto membro battaglione Azov, ritratto in una foto che ne mostrava il corpo cosparso di svastiche e simboli inneggianti il nazismo. Tuttavia, non era stata trovata alcuna prova del fatto che fosse ucraino, tanto meno che possa far parte del battaglione Azov. Sappiamo invece che si tratta di un «36enne [che] è stato arrestato da un servizio speciale del ministero dell’Interno bielorusso nella capitale della Bielorussia, Minsk, il 16 giugno 2022. Le sue foto sono trapelate sui social media dopo il loro annuncio su un canale bielorusso gestito dal “Centro per la lotta all’estremismo in Bielorussia».
Conclusioni
La foto di un ragazzo coperto di tatuaggi nazisti è stata condivisa affermando che si tratta di un combattente ucraino, per avvalorare la tesi di una necessaria «denazificazione» nel Paese. In realtà, lo scatto risale a 17 anni fa e non ritrae un militare di Kiev, ma il detenuto di una prigione bielorussa.
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