A un passo dalla crisi? Il Fatto: c’è un messaggio di Draghi a Grillo: «Vai anche tu con Di Maio, così isoli Conte»
In 24 ore la situazione politica si è fatta esplosiva: all’indomani dell’intervista al sociologo De Masi, che raccontava di presunte telefonate di Draghi a Grillo per mettere fuori gioco Conte, il Fatto Quotidiano torna alla carica. Il titolo dice tutto: «Draghi a Grillo: segui Di Maio e Conte resta solo». L’articolo di Luca De Carolis è esplicito: «Ci sono tante telefonate e tanti messaggi tra i due, filtra dal M5s. Tracce di certe richieste. Tra cui una, raccontata al Fatto da una fonte qualificata. Secondo cui Draghi avrebbe esortato Grillo a aderire alla scissione di Luigi Di Maio, così da portare fuori dal M5s gran parte dei parlamentari e isolare Conte. Grillo l’avrebbe raccontato a vari 5 stelle di peso».
L’accusa
Accusa grave, che peraltro ribalterebbe la smentita fatta uscire ieri sera da Palazzo Chigi (“Il Presidente del Consiglio non ha mai detto o chiesto a Beppe Grillo di rimuovere Giuseppe Conte dal M5S»). In effetti l’accusa è diversa: aver chiesto a Grillo non di silurare l’ex premier ma di isolarlo. Ma nel suo editoriale Marco Travaglio scrive che il tentativo era di “far fuori Conte” con modi golpisti:
Le telefonate e i messaggini del premier Draghi a Grillo per istigarlo a far fuori Conte da leader dei 5Stelle in barba ai due plebisciti fra gli iscritti, rivelati da Grillo a De Masi, a Conte e ad alcuni deputati, svelano la natura intrinsecamente e doppiamente golpista dell’operazione che nel febbraio 2021 ci regalò questo governo. Intrinsecamente perché quel golpe bianco postmoderno, senza violenza fisica né carri armati, servì a sovvertire l’esito delle elezioni, a neutralizzarne i vincitori e a riportarne al potere gli sconfitti. Doppiamente perché, fin dalla scelta dei ministri, Draghi e chi gli sta dietro e accanto avviarono un’opera di ingegneria politica nei quattro grandi partiti della maggioranza, per snaturarli e riplasmarli a immagine e somiglianza del premier”.
Fin qui il Fatto. Ma esistono elementi di prova per le pressioni di Draghi così duramente denunciate? Su un altro quotidiano, Il Foglio, Simone Canettieri scrive: «I più stretti collaboratori di Conte rivelano a questo giornale quanto segue: Abbiamo i messaggi di Draghi a Grillo contro Conte».
Il colloquio di Conte con Mattarella
Se (anche) di questo Conte ha parlato ieri sera a Mattarella, a cui ha chiesto udienza, la crisi può essere molto vicina. Anche perché il colloquio diretto sulla linea Madrid-Roma tra Draghi e Conte sarebbe andato nel peggiore dei modi, stando a quanto scrive Ilario Lombardo su La Stampa (il giornale che per primo aveva accennato, con Federico Capurso, alle voci sulle pressioni del premier a Grillo). Leggiamo un passo dell’articolo di Lombardo:
La telefonata, in realtà, non sarebbe andata benissimo. Almeno stando alle fonti più vicine a Conte. È Draghi a cercare il leader. In un primo momento, il presidente del M5S, impegnato in una riunione, non risponde. Poi è lui a richiamare il premier. Draghi prova a spiegare quello che è avvenuto e a dare la sua versione dei fatti. Conte non gli crede, ed è categorico. Durante il colloquio più volte userà il termine «grave». «È molto grave quello che è successo – dice – Non ne faccio una questione personale, ma di democrazia e di istituzioni».
Al telefono con Draghi – secondo il racconto di Lombardo – Conte elenca tutte le iniziative che dal suo punto di vista il governo avrebbe preso per «indebolire il Movimento». L’addio al cashback, il Superbonus che il Tesoro punta a smantellare e che Draghi ha bocciato pubblicamente a Strasburgo, a inizio maggio. E ancora: l’informativa in Parlamento sugli aiuti militari a Kiev. Conte si lamenta con Draghi del fatto che non ci sia stata neanche una minima apertura alla richiesta avanzata dal M5S di un maggiore coinvolgimento del Parlamento, né da Palazzo Chigi né dalla Farnesina. Il presidente del M5S evita di prendere un impegno formale e in serata dal suo staff fanno sapere che non vedrà il premier.
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