Verona, un prof di religione critica le indicazioni elettorali del vescovo. Ora è stato rimosso dall’incarico. La scuola: «Era un maestro di vita»
Nei giorni prima del ballottaggio tra Federico Sboarina e Damiano Tommasi, il vescovo di Verona Giuseppe Zenti aveva dato una serie di indicazioni sul voto che sembravano chiarissime. In una lettera indirizzata a presbiteri e diaconi aveva scritto: «Nelle varie tornate elettorali, di qualsiasi genere, è nostro dovere far coscienza a noi stessi e ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender; al tema dell’aborto e dell’eutanasia; alla disoccupazione, alle povertà, alle disabilità, all’accoglienza dello straniero; ai giovani; alla scuola cattolica, a cominciare dalle materne». Queste che erano state criticate da don Marco Campedelli, professore di religione al liceo Maffei di Verona.
In una letttera aperta Campedelli aveva scritto: «Oggi, nel 2022, c’è bisogno che il prete dica ancora alla gente cosa votare? Siamo sicuri che i laici e le laiche circa la vita, con la sua concretezza, siano meno esperti dei preti (che circa la vita in realtà sono sempre un po’ in ritardo)?». Poi la notizia: il vescovo non ha rinnovato l’incarico a Campedelli. Nelle ultime ore il professore è stato salutato da due lettere, una firmata da 150 alunni ed ex alunni e l’altra firmata da 63 professori del suo liceo in cui viene definito così: «Libertà, dubbio, coscienza: tutto questo non fa di Marco Campedelli un cattivo propugnatore di scetticismo e relativismo, ma un maestro di vita».
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