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Il decreto siccità del governo: un commissario per l’emergenza e il razionamento dell’acqua nei comuni

01 Luglio 2022 - 08:29 Redazione
decreto siccità dpcm razionamento acqua quali regioni
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La dichiarazione dello stato d'emergenza e i limiti al consumo a livello locale. Mentre la crisi idrica si sposta in centro Italia

Il governo Draghi si prepara da lunedì a dare l’ok ai piani di emergenza regionali sulla siccità. E nella bozza del decreto con le misure di contrasto alla scarsità d’acqua e di potenziamento e adeguamento delle infrastrutture idriche che arriverà presto in consiglio dei ministri si prepara l’arrivo di un commissario straordinario dotato di struttura ad hoc, poteri di spesa, e procedure snelle. Quali? La lista degli interventi prevede la costruzione di infrastrutture di emergenza per la circolazione dell’acqua e il razionamento. E arriva proprio mentre il ministero della Salute lancia l’allarme sul week end in arrivo: 22 città saranno da bollino rosso. Ovvero: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Trieste e Viterbo. 

La dichiarazione di stato d’emergenza

La richiesta di un commissario è stata avanzata dai presidenti di Regione nei giorni scorsi al capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. Il Corriere della Sera elenca gli interventi in vista: rinforzare i corsi d’acqua facendone rilasciare un po’ dalle dighe, collegare temporaneamente acquedotti vicini per compensare le situazioni più critiche, coordinare il lavoro degli enti territoriali. Non è escluso un razionamento, a livello locale, dell’acqua. La dichiarazione dello stato di emergenza consentirà il rapido rimborso del costo delle autobotti. Intanto, nonostante le piogge, la siccità non molla il Nord e il bacino padano. Ma l’epicentro della crisi idrica si sposta verso il centro Italia, in particolare su Marche, Toscana e Lazio.

L’Osservatorio dell’Associazione dei consorzi di bonifica (Anbi) ha spiegato ieri che la situazione è peggiorata nelle Marche, «dove ormai si rischia il razionamento degli approvvigionamenti idrici». In Toscana il 90% del territorio è in una condizione di siccità estrema e non si ferma la riduzione delle portate dei fiumi, Bisenzio e Ombrone quasi azzerati. «Drammatico» è lo stato della risorsa idrica anche nel Lazio. A Roma, dall’inizio dell’anno, è piovuto il 63% in meno e in provincia ci sono stati, in pochi giorni, 496 interventi dei Vigili del Fuoco per incendi. In Campania, tutti i fiumi sono in deficit rispetto allo scorso anno, mentre in Abruzzo è la zona di Chieti a soffrire maggiormente per la mancanza d’acqua.

Le risorse e il Pnrr

Del problema è investito il governo, assicura Mario Draghi, che sottolinea come questa crisi idrica abbia due fattori determinanti, da un lato il cambiamento climatico ma dall’altro «cause strutturali come la cattiva manutenzione dei bacini e della rete», con una dispersione che arriva anche al 30%. Nel piano d’emergenza, ha spiegato il premier, occorrerà in particolare predisporre «un grande piano per l’acqua e per questo sono già stanziati nel Pnrr 4 miliardi. Ma occorrerà aumentare le risorse». Il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli invoca coordinamento tra le regioni: l’acqua in alcune zone c’è e va distribuita nel modo giusto. È in corso con la Protezione civile un tavolo ad hoc per capire quali strumenti mettere in campo in questa fase.

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