La rabbia dello staff di Macron davanti alle bugie di Putin al telefono: «Zelensky vuole l’atomica? Ma cosa dice?»
Di menzogne nella telefonata con Emmanuel Macron quattro giorni prima dell’invasione in Ucraina, Vladimir Putin ne avrebbe sfornate diverse. Come già anticipato dalla stampa francese, e in Italia dal Foglio, nella trascrizione della conversazione tra Eliseo e Cremlino, Putin aveva garantito che quella sera stessa sarebbero finite le esercitazioni militari al confine con l’Ucraina. In più si era anche detto più volte ben disposto a incontrare Joe Biden, per discutere con il presidente americano un piano di de-escalation sulla questione ucraina, già in quei giorni in fermento. Nell’ultimo passaggio rivelato dalla tv francese ieri, 30 giugno, Putin avrebbe addirittura inventato dichiarazioni che Volodymyr Zelensky non ha mai fatto. Dichiarazioni talmente false, da far reagire in modo scomposto anche i componenti dello staff di Macron, che ascoltavano la telefonata in quel momento.
La protesta dello staff all’Eliseo
In quella telefonata del 20 febbraio, Putin dice a Macron: «Vedi tu stesso quello che succede. Tu e il cancelliere Scholz mi avete detto che Zelensky è pronto a fare un gesto, che ha preparato un progetto di legge per applicare gli accordi di Minsk… in realtà, il nostro caro collega, mister Zelensky, non fa nulla. Vi mente. Non so se hai sentito ieri la sua dichiarazione in cui dice che l’Ucraina deve accedere all’arma atomica». A quel punto si sente il consigliere diplomatico di Macron, Emmanuel Bonne, che commenta stupito: «Ma no, ma cosa dice…». Il presidente russo è lì che ascolta e replica: «Ho anche sentito i tuoi commenti durante la conferenza stampa a Kiev l’8 febbraio scorso. Tu hai detto che bisogna rivedere gli accordi di Minsk, cito, “affinché siano applicabili”». I consiglieri di Macron intervengono di nuovo protestando: «No, non ha detto questo», per poi aggiungere: «Ora gli dico di non entrare in una discussione dettagliata con lui».
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