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Di Maio: «Se cade il governo, costi enormi per le famiglie. Draghi dietro la scissione? Non scherziamo» – Il video

02 Luglio 2022 - 13:23 Ygnazia Cigna
«Noi non vogliamo fondare partiti personali, stiamo unendo un sacco di amministratori locali, i sindaci», ha detto il ministro degli Esteri al RinascitaFest

«Chi vuole far cadere il governo o sa cosa rischia o non lo sa che cosa si rischia in questo momento storico». Sono le dichiarazioni del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, al RinascitaFest di Pomigliano d’Arco, sua città natia, in cui ha evidenziato le ricadute socioeconomiche di un eventuale caduta del governo in carica. Sollecitato dalla moderatrice che ha chiesto chiarimenti sulle voci che vedrebbero il presidente del Consiglio Mario Draghi dietro la scissione del Movimento 5 stelle ha risposto: «Non scherziamo su queste cose».

Le possibili ricadute economiche

Di Maio ha spiegato che nonostante l’Italia sia «abituata a cambiare i governi a causa di problemi fisiologici delle forze politiche» in questa fase storica il costo sarebbe troppo alto: «Non so a quanto può arrivare lo spread, ma certo i costi continueranno a salire per le famiglie italiane, i tassi di interesse sui mutui aumenteranno e l’impatto sull’economia sarà devastante». A suo avviso, in questo momento c’è ampia fiducia da parte dei cittadini nei confronti del presidente del Consiglio Mario Draghi, elemento necessario per «vincere alcune battaglie, come il tetto al prezzo del gas, che si fanno e si vincono ai tavoli internazionali se si è un Paese compatto». Un governo di unità è quindi necessario, secondo il ministro, per arrivare forti ai tavoli dei negoziati e dei vertici europei e, sul fronte nazionale, per ridurre l’inflazione e aiutare cittadini e imprese.

«Non vogliamo fondare partiti personali»

«Oggi nessun progetto divisivo può funzionare in politica», ha commentato Di Maio in merito al nuovo partito Insieme per il futuro, sottolineando che in questo periodo è necessaria la collaborazione con chi ha a che fare con la politica delle regioni e dei comuni. «Noi non vogliamo fondare partiti personali, stiamo unendo un sacco di amministratori locali, i sindaci sono il volto e le braccia della Repubblica come dice Mattarella, quelli sono i nostri interlocutori, noi vogliamo metterli insieme per un manifesto politico e vedere se si può sviluppare un progetto», ha concluso Di Maio.

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