A Napoli è emergenza abbandono scolastico: raddoppiato durante la pandemia. Gli esperti a Bianchi: «Fondi Pnrr senza criterio»
Napoli continua ad essere afflitta dall’abbandono scolastico. La gravità del problema, riporta Avvenire citando dati del comune, è raddoppiata rispetto a prima della pandemia. Nell’anno scolastico 2020/2021, sono ben 2.344 i giovani in età da scuola elementare e media il cui abbandono è stato segnalato ai servizi sociali. A questi se ne aggiungono 633 bocciati a causa delle eccessive assenze. Gli istituti dove l’emorragia è più copiosa si trovano principalmente nei quartieri popolari del centro, come Avvocata, Mercato e Pendino, e nella periferia nord, come Scampia, Secondigliano e Chiaiano.
La pandemia ha ingigantito le difficoltà economiche e sociali
Il comune ha commentato i dati parlando di un «preoccupante peggioramento dell’abbandono scolastico», definendo il fenomeno «una vera e propria emergenza sociale». La gravità del problema è chiara quando si guarda alla proporzione con il periodo prepandemico: +181% alle elementari e +30% alle medie. Tra le cause individuate dalla municipalità vengono menzionati in primo luogo i disagi causati dalla didattica a distanza. Ma si nota anche: «Nonostante il grande sforzo compiuto dalle istituzioni scolastiche per garantire una continuità nella didattica, non si può ignorare che la condizione di grave difficoltà sul piano economico e sociale, determinato o aggravato dalla pandemia, possa aver avuto una ricaduta negativa sui soggetti più vulnerabili e a rischio dispersione ed abbandono».
La denuncia degli esperti: «fondi senza criterio»
Napoli e la sua città metropolitana hanno ricevuto nel corso di questa settimana i fondi del Pnrr dedicati a porre un freno al fenomeno: 500 milioni per tutto il Paese, di cui 55 alle scuole partenopee. L’assessore all’istruzione della Regione Campania Lucia Fortini, però, ha criticato la distribuzione del denaro tra gli istituti, poiché prevede «fondi a scuole di quartieri-bene come Posillipo e il Vomero» mentre altri istituti di quartieri difficili «come Ponticelli e Forcella» sono stati esclusi.
A riguardo si sono espressi anche gli esperti convocati nel gruppo di lavoro per decidere come gestire i fondi dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: «Non siamo stati ascoltati», hanno affermato in una lettera. «A fronte di criteri per l’assegnazione dei fondi alle scuole – spiegano gli esperti Ludovico Albert, Andrea Morniroli, Vanessa Pallucchi, don Marco Pagniello, Chiara Saraceno – abbiamo indicato in un insieme che comprende risultati test invalsi, numero assenze degli alunni, incidenza di alunni stranieri, incidenza di alunni con Bes (bisogni educativi speciali), adulti con basso livello culturale, in possesso di scolarità dell’obbligo o inferiore, presenza di giovani neet, presenza di famiglie ampie (sei componenti o più) e famiglie “potenzialmente bisognose”».
I criteri, però, «sono stati semplificati», denunciano, aggiungendo che «vi è ancora l’occasione di evitare il rischio, gravissimo, che la mancanza di indicazioni, fondate sull’esperienza di tante scuole e operatori del civismo educativo, su come produrre, accompagnare e monitorare le azioni per contrastare divari e dispersione possano tradire le stesse finalità del Pnrr».
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